Frasi di John Keats
John Keats
Data di nascita: 31. Ottobre 1795
Data di morte: 23. Febbraio 1821
John Keats è stato un poeta britannico, unanimemente considerato uno dei più significativi letterati del Romanticismo.
Nato a Londra in una famiglia d'estrazione modesta, la sua vera vocazione letteraria si sviluppò solo all'età di quindici e sedici anni, quando fece copiose letture che lo avvicinarono a Shakespeare e alla poesia di Edmund Spenser. Lavorò quindi alacremente, fino a quando - prostrato dalla salute declinante - morì a Roma nel 1821, a soli venticinque anni.
Peculiarità della poetica di Keats è la vivace rispondenza alla bellezza della poesia e dell'arte; tra le sue opere principali si possono ricordare il poema di sapore miltoniano Hyperion, The Eve of St. Agnes, La Belle dame sans merci e le numerosissime odi, tutte composte in un brevissimo periodo di pochi anni nel quale Keats si dedicò tutto alla poesia.
Frasi John Keats
„Amico mio, sarebbe inutile che io cercassi di scrivere cose più ragionevoli. Non ho altro di cui parlare se non di me stesso. E di cosa potrei parlare se non di ciò che sento? Se per qualche ragione questo mio stato di eccitazione dovesse dispiacerti, ti prego di ricordare che è questa la condizione che ci vuole per la poesia, e della poesia solo m'importa. La poesia è ciò per cui vivo.“
da Lettera a John Hamilton Reynolds, 25 agosto 1819
„Ammiro la natura umana, ma non mi piacciono gli uomini: mi piacerebbe comporre qualcosa che faccia onore all'uomo, ma che gli uomini non possano toccare.“
da Lettera a Benjamin Robert Haydon, 22 dicembre 1818
„Se la poesia non viene naturalmente come le foglie vengono ad un albero, è meglio che non venga per niente.“
da Lettera a John Taylor, 27 febbraio 1818
„So con certezza che, se volessi, potrei diventare uno scrittore di successo. Per mia scelta, tuttavia, non lo sarò mai.“
da Lettera a John Taylor, 23 agosto 1819
„Recentemente ho cambiato pelle. Ma niente nuove piume e nuove ali. Queste sono sparite, al loro posto spero di avere un paio di pazienti gambe terrestri. Sono cambiato, ma non da crisalide in farfalla, bensì al contrario. Ho delle piccole feritoie dalle quali posso guardare il palcoscenico del mondo e, venendo qui, quel mondo l'ho quasi dimenticato.“
da Lettera a John Hamilton Reynolds, 11 luglio 1819
„Sono le nostre passioni e i nostri sentimenti violenti a evocare e incoraggiare le sofferenze immaginarie: quelle reali vengono da sé, e la mente può contrastarle concentrandosi e applicandosi con tenacia. Le sofferenze reali si sostituiscono alle passioni; quelle immaginarie inchiodano l'uomo come un disgraziato sulla croce; quelle reali lo spingono all'azione.“
da Lettera a Charles Brown, 23 settembre 1819
„[A Charles Brown] Mi riesce difficile dirti addio anche per lettera. Sono sempre stato goffo nel fare l'inchino.“
da Lettera a Charles Brown, 30 novembre 1820
„Non c'è peccato più grave, dopo i sette peccati mortali, di credersi un grande poeta, o uno di quei privilegiati che dedicano tutta la vita a inseguire la gloria.“
da Lettera a Benjamin Robert Haydon, 10-11 maggio 1817