Ef 2,1). La persona morta a causa del peccato era già stata concepita nell'iniquità e dopo un certo tempo il travaglio di morte si è abbattuto su di lei. La nascita nel peccato è una condanna e una vera e propria morte che il peccatore avverte dentro di sé. Ma Cristo ha strappato il peccato dalla viscere del peccatore e così ci ha riscattati da una morte inevitabile. Egli è entrato al posto del peccato nelle profondità del nostro essere e ha preso corpo nella nostra più recondita intimità. La creatura che noi siamo è stata rinnovata: dopo che la morte ha dominato su di noi, ora regna in noi la vita, e il travaglio di morte è stato mutato nella gioia della vita e della liberazione. Cristo si è sottoposto alla morte per salvarci da una simile morte e sta ancora continuando la sua opera di salvezza.
“È natural cosa, che tutti si risentano di quanto a loro vituperio venga detto: imperciocchè coloro medesimi i cui enormi peccati sono manifestissimi, se accada che tu ne li riprenda, fortemente si sdegnano, e cercano di sminuire con parole le colpe rinfacciate.”
XIV, 1; vol. IV, p. 175
Biblioteca storica, Libro XIV
Diodoro Siculo 16
storico siceliota -90–-30 a.C.Citazioni simili

“Scismi ed eresie pesano sempre sopra colpe e peccati dei cristiani.”
L'azione

Frammenti d'una filosofia dell'errore e del dolore, del male e della morte

II, 4, 1-4
Non ego mendosos ausim defendere mores | falsaque pro vitiis arma movere meis. | confiteor — siquid prodest delicta fateri; | in mea nunc demens crimina fassus eo.
Amores