citato in Giuseppe Mesirca, Immagini di città, Introduzione, p. 22.
“Landolfi ripetendosi sempre non si ripete mai? […] La verità è che Landolfi e i suoi mille personaggi sono (o credono di essere) gli inventori della vita, e per questo motivo sono sempre nuovi: vivono in un clima di furore mistico, incantati da un tramonto e da una 'mezzacoda', attenti a cogliere l'improvviso e l'occasione per scoprire le leggi che governano la realtà. Per Landolfi e i suoi personaggi la vita non ha fatti-storie ma pirotecniche di colori e di fuochi e fantasmagorie di suoni e di luci. Vengono avanti nella pagina come impiegati con le mezze maniche addetti in archivio e si mettono come prestigiatori a giocare con i sentimenti e con gli ideali. Civettano e fanno le capriole, si tingono di scetticismo e di apatia stoica e all'improvviso, quando meno te lo aspetti, cominciano a raccontare le favole e offrono sogni meravigliosi, pezzi da concerto, lezioni di filosofia in prosa aulica.”
Origine: Da Prestigioso Landolfi, La Fiera Letteraria, 13 maggio 1962.
Argomenti
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scrittore, critico letterario e giornalista italiano 1927–1999Citazioni simili

da Letteratura dell'Italia unita 1861-1968

citato in A. D. autore?, Rivogliono l'uomo della provvidenza, 24 febbraio 1994

citato in Chi c'è in quel film?, p. 367

XVII, 6; 1993, p. 91
La brevità della vita (De brevitate vitae)
da «Realismo magico e altre tendenze», vol. V, p. 752
Storia della letteratura italiana