Frasi di Prosper Mérimée
Prosper Mérimée
Data di nascita: 28. Settembre 1803
Data di morte: 23. Settembre 1870
Prosper Mérimée è stato uno scrittore, storico e archeologo francese.
Mérimée amava il misticismo, la storia e l'inconsueto e fu influenzato dai romanzi di Sir Walter Scott, dalla crudezza e dai drammi psicologici di Alexander Pushkin. Spesso le sue opere sono ricche di misteri e si svolgono fuori dalla Francia, in particolare in Spagna ed in Russia. Da uno dei suoi racconti è stata tratta l'opera Carmen.
Iscritto alla facoltà di diritto, durante gli anni della giovinezza eccelleva già nelle lingue straniere: greco, arabo, inglese e russo. Amico personale di Turgenev, è stato uno dei primi traduttori di libri russi in francese.
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Frasi Prosper Mérimée
„Dubito assai che la signorina Carmen fosse di razza pura; se non altro era infinitamente pù graziosa di tutte le donne del suo popolo che mi sia mai capitato di incontrare. Perché una donna sia bella – dicono gli spagnoli – bisogna che riunisca in sé trenta se o, se si vuole, che si possa definire mediante dieci aggettivi adatti ciascuno a tre parti della sua persona. Deve avere ad esempio tre cose nere: gli occhi, le palpebre, le sopracciglia; tre sottili: le dita, le labbra, i capelli ecc. Vedete Brantôme per il resto.“
— Prosper Mérimée
p. 19
„In Carmen confluiscono l'amore per l'esotico e l'attrazione per il fuorilegge. Don José, stregato dall' «esotica» Carmen, diviene, per amor suo, un fuorilegge: ma non riesce mai ad esserlo completamente, e finisce col soccombere, pur uccidendola, alla gitana che è il simbolo di quel che sta al di là di ogni regola e di ogni legge, del puro capriccio.“
— Prosper Mérimée
Franco Montesanti
„Che invenzioni ci sono da voi, signori stranieri! Di che paese è signore? Certamente inglese: no?»
«Francese e servo suo. E lei, signorina, o signora, è forse di Cordova?»
«No.»
«È almeno andalusa. Mi sembra di capirlo dalla sua dolce parlata.»
«Se distingue così bene l'accento della gente, dovrebbe ben indovinare chi sono.»
«Credo che sia del paese di Gesù, a due passi dal paradiso» (avevo appreso questa metafora, che sta ad indicare l'Andalusia, dal mio amico Francisco Sevilla, notissimo picador).
«Bah! il paradiso... le persone di qui dicono che non è fatto per noi.»
«Sarebbe allora moresca?... o forse...» (mi fermai non osando dire «ebrea»).
«Suvvia, andiamo! lo vede bene che sono una zingara: vuole che le dica la baji? [La buona ventura]. Ha sentito parlare della Carmencita? Sono io.»“
— Prosper Mérimée
p. 17-18
„A Cordova, verso il tramonto c'è un gran numero di sfaccendati sul lungofiume della riva destra del Guadalquivir. Là si respirano le esalazioni di una conceria che perpetua ancora l'antica fama del paese per il trattamento dei pellami, ma in compenso vi si gode uno spettacolo che ha indubitabilmente il suo pregio.“
— Prosper Mérimée
p. 15
„[Golfo di Ajaccio] A ragione viene paragonato alla baia di Napoli: e, nel momento in cui la goletta entrava nel porto, una macchia tutta in fiamme che copriva di fumo la punta di Girato ricordava il Vesuvio ed accentuava la somiglianza. Per completare tale analogia sarebbe stato però necessario che un'orda di Attila venisse ad abbattersi sui dintorni di Napoli: infatti tutto è morto e deserto nei pressi di Ajaccio. Al posto degli eleganti edifici che si scoprono da ogni parte da Castellamare fino a Capo Miseno, intorno al golfo di Ajaccio si vedono solo scure macchie sovrastate da brulle montagne.“
— Prosper Mérimée
p. 90
„Mérimée concepì la sua novella in un momento in cui il brigante era da tempo l'eroe alla moda. Da Schiller a Scott, da Byron a Sue, non si contano le opere che tra Settecento e Ottocento sono popolate da fuorilegge sottomessi soltanto alle loro regole o a quelle del loro «clan». Mérimée si inserì in questa tradizione, così come in quella dell'amore per la «pittoresca» Spagna, il paese che allora più attirava i romantici d'ogni tipo.“
— Prosper Mérimée
Franco Montesanti
„I would willingly give Thucydides for some authentic memoirs by Aspasia or by a slave of Pericles.“
— Prosper Mérimée
A Chronicle of the Reign of Charles IX, translated and edited by Prof. George Saintsbury (1906), page v