“Al tempo stesso mi chiedo, e cominciai a chiedermelo già allora: ma cosa doveva e deve farsene, la mia generazione di nati dopo, delle informazioni sulle atrocità dello sterminio degli ebrei? Noi non dobbiamo pensare di poter comprendere ciò che è incomprensibile, non possiamo comparare ciò che è incomparabile, non possiamo indagare, perché chi indaga sulle atrocità, anche se non le mette in discussione, ne fa comunque un oggetto di comunicazione e non ottiene che qualcosa di fronte a cui può solo ammutolire per l'orrore, la colpa e la vergogna. Dobbiamo solo ammutolire per l'orrore, la colpa e la vergogna? A quale scopo? No, non è che l'ardore della rielaborazione e lo zero di far luce, con cui avevo partecipato seminario, fossero andati perduti durante il dibattimento. Ma che solo pochi venissero condannati e puniti e che noi, la generazione venuta dopo, ci ritrovassimo ammutoliti dall'orrore, dalla colpa e dalla vergogna: era giusto che fosse così?”
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Argomenti
fronte , zero , scopo , oggetto , alloro , luce , no , rielaborazione , comunicazione , sterminio , stesso , vergogna , discussione , potere , cosa , tempo , giusto , condannato , seminario , informazione , generazione , ardore , orrore , venuta , andata , dopo , colpaBernhard Schlink 4
scrittore tedesco 1944Citazioni simili
Origine: Citato in Eugenio Spedicato, La strana creatura del caos: idee e figure del male nel pensiero della modernità, Donzelli Editore, Roma 1997. ISBN 88-7989-348-3

citato in Maurizio Caprara, E i neocomunisti applaudono Lenin, Corriere della sera, 22 gennaio 1994, p. 4
Apologia del perdente

cap. IX, p. 409
Sancti Anselmi liber apologeticus contra Gaunilonem respondentem pro insipiente