“Ci si mette a scrivere di lena, ma c’è un’ora in cui la penna non gratta che polveroso inchiostro, e non vi scorre più una goccia di vita, e la vita è tutta fuori, fuori dalla finestra, fuori di te, e ti sembra che mai più potrai rifugiarti nella pagina che scrivi, aprire un altro mondo, fare il salto. Forse è meglio così: forse quando scrivevi con gioia non era miracolo né grazia: era peccato, idolatria, superbia. Ne sono fuori, allora? No, scrivendo non mi sono cambiata in bene: ho solo consumato un po’d’ansiosa incosciente giovinezza. Che mi varranno queste pagine scontente? Il libro, il voto, non varrà più di quanto tu vali. Che si salvi l’anima scrivendo non è detto. Scrivi, scrivi, e già la tua anima è persa.”
Il cavaliere inesistente
Argomenti
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scrittore italiano 1923–1985Citazioni simili

“Perché cerchi la gioia fuori da te? Non sai che la puoi trovare solo nel tuo cuore?”

“Fuori della penna non c'è salvezza.”
da Racconti, saggi e pagine sparse
Racconti, saggi e pagine sparse

Origine: Da un'intervista del 1977, ora in Corpo Celeste, Adelphi, 1997.

vol. I; 1987, p. 88
Una sola moltitudine