“Era una cosa terribile essere burlati così dalla vita, c'era da riderne e da piangerne! O si viveva lasciando giocare i propri sensi, succhiando perdutamente al petto dell'antica Madre Eva: allora si gustavano bensì piaceri sublimi, ma nulla salvava dalla caducità; si era allora come un fungo nel bosco, oggi rigoglioso e di colori vivaci, domani marcito. Oppure si cercava di difendersi, ci si chiudeva in un'officina e ci si sforzava a costruire un monumento alla vita fugace: e allora bisognava rinunciare alla vita, allora non si era più che strumenti, allora si serviva bensì l'immortalità, ma intanto ci s'inaridiva e si perdeva la libertà, la pienezza, la gioia della vita.”
Origine: Narciso e Boccadoro, p. 223
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“Quello che credevo allora un vizio solitario è stato invece l'officina meccanica della lingua.”
Origine: I pesci non chiudono gli occhi, p. 23

da Il nuovo romanzo di D'annunzio, «Le vergini delle rocce», I, p. 94»
L'ignoto che appare

Origine: Confessioni di un peccatore, p. 31