
Lady Macbeth: atto III, scena II
Macbeth
107, vv. 1-7; 2007
Lady Macbeth: atto III, scena II
Macbeth
Origine: Da una lettera a Nadežda Jakovlevna, 5 dicembre 1919; citata in E. Rasy, La scienza degli addii http://rcslibri.corriere.it/rizzoli/_minisiti/rasy/leggi.html, Corriere.it
“Se ad uom che molto agogna e nulla spera | giunge gradito un improvviso bene, | più grato a me d'ogni ricchezza vera | il tuo ritorno, amata Lesbia, viene. | Io senza speme viveva in desio, | e tu ritorni, o Lesbia, all'amor mio; | al cupido mio cor tu fai ritorno; | oh più d'ogn'altro fortunato giorno!”
Si quicquam cupido optantique obtigit umquam | insperanti, hoc est gratum animo proprie. | Quare hoc est gratum nobis quoque, carius auro | quod te restituis, Lesbia, mi cupido. | Restituis cupido atque insperanti, ipsa refers te | nobis. O lucem candidiore nota!
CVII, vv. 1-8
CVII, vv. 1-7
Il sogno, il desiderio, contro ogni speranza appagato, | è la gioia dell'anima più vera. | Così anche a me tu dai una gioia più cara dell'oro, | tornando, Lesbia, quando più ti bramavo, | e ti bramavo senza sperare, e tu vieni da te, | per me. Giorno di privilegio questo. (2007)
Carmi
Variante: *Se ad uom che molto agogna e nulla spera | giunge gradito un improvviso bene, | più grato a me d'ogni ricchezza vera | il tuo ritorno, amata Lesbia, viene. | Io senza speme viveva in desio, | e tu ritorni, o Lesbia, all'amor mio; | al cupido mio cor tu fai ritorno; | oh più d'ogn'altro fortunato giorno!
“L'uomo non conosce la vera gioia perché desidera sempre ciò che non ha.”
Senza fonte
da Te lucis ante, 4; p. 48
Poesie, L'alba ai vetri
da Il tempo miserabile consumi, Canti orfici e altri scritti, Oscar Mondadori, 1972
“Non c'è al mondo una gioia più vera e più grande che vedere una nobile anima aprirsi ad un'altra.”
26 novembre; 1998, p. 135
I dolori del giovane Werther, Libro secondo