“E Pietroburgo rimase senza Akakij Akakievič, come se non ci fosse mai neanche esistito. Si dileguò, scomparve un essere che non era protetto da nessuno, a nessuno caro, e che non interessava nessuno; che non aveva richiamato su di sé l'attenzione neppure del naturalista, il quale non manca di infilzare nello spillo anche una comune mosca e studiarla al microscopio; un essere che aveva sofferto umilmente ogni beffa dei compagni d'ufficio, e che era disceso nella tomba senza aver compiuto nulla di notevole nella vita, ma a cui, tuttavia, sia pure all'estremo declino della vita, era comparso fuggevolmente l'ospite luminoso nelle parvenze di un cappotto, ravvivando per un fugace istante la sua misera esistenza; ma sul cui capo si era poi abbattuta ineluttabilmente la sventura, così come essa si abbatte sopra i potenti della terra!…”
Il cappotto, p. 459
Argomenti
terra-terra , vita , attenzione , beffa , capo , cappotto , compagnia , compagno , comparsa , comune , declino , discesa , esistenza , essere , istante , microscopio , miseria , misero , mosca , naturalista , ospite , parvenza , potente , protetto , spillo , sventura , terra , tomba , ufficio , caro , nullaNikolaj Vasiljevič Gogol 69
scrittore e drammaturgo ucraino 1809–1852Citazioni simili

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maggio 2011 http://sraule.wordpress.com/2011/05/03/un-epitaffio/3

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La tortura delle mosche