“La produzione di libri è la fabbrica da cui l'editore deve trarre profitto: le regole del commercio lo obbligano a comprare al prezzo più basso possibile e a vendere al più alto possibile… Sapendo quale assortimento di merci sarà più adatto al mercato, egli farà i suoi ordini di conseguenza e sarà inflesibile nel prescrivere il tempo di pubblicazione come nel proporzionare la paga.
Ciò rende ragione in buona misura del parossismo della stampa: il sagace editore sente il polso dei tempi e, secondo le pulsazioni, non prescrive una cura ma lusinga la malattia e, fin quamdo il paziente continua a inghiottire, egli continua a somministrare e, ai primi sintomi di nausea, cambia la dose. Di qui la cessazione di ogni carminativo politico e l'introduzione di cantaridi sotto forma di racconti, romanzi, romance ecc.”

—  James Ralph

da The Case of Authors, 1758; citato in Ian Watt, Le origini del romanzo borghese

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

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“La cultura si è avvantaggiata soprattutto dei libri sui quali gli editori hanno perso.”

Thomas Fuller (1608–1661) storico britannico

da The Holy State and the Profane State, III, 18; citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, 2013

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“I miei libri non nascono per l'editoria, ma sulle assi di un palcoscenico, sono "detti" prima che scritti.”

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dall'intervista a cafeletterario, 19 dicembre 1997

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“Chi ha ragioni da vendere le porti al mercato.”

Dino Basili (1934) scrittore, giornalista

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