“[Sul falsario Giuseppe Vella] Tra tanta penuria [di studi orientalistici], piombò in Palermo il maltese Giuseppe Vella, frate cappellano dell'Ordine Gerosolimitano, il quale con quel suo dialetto mescolato d'arabico corrotto e di pessimo italiano, potea comprender tanto dell'idioma degli Arabi, quanto un contadino di Roma intenderebbe Cicerone o Tito Livio senza avere mai studiato il latino; e, per giunta, il Vella ignorava i caratteri, né li apprese che a capo di parecchi anni, da uno schiavo musulmano che vivea in Palermo. Digiuno d'ogni erudizione, ma furbo, baldanzoso, sfacciato, ciarlatano che testè facea mestier di dare i numeri del lotto, il Vella aprì nuova bottega: fabbricò due codici diplomatici in arabico, dicea, ma ne mostrava la sola versione italiana; dei quali il primo intitolò "Consiglio di Sicilia", e vi finse il carteggio degli emiri dell'isola coi principi aghlabiti e fatimiti d'Affrica; il secondo, "Consiglio d'Egitto", e lo disse raccolta delle lettere dei principi normanni di Sicilia, i quali, per passatempo, raccontassero tutte le faccende di casa loro ai moribondi califi fatimiti d'Egitto.”

Origine: Storia dei musulmani di Sicilia, pp. 8-9

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 04 Giugno 2020. Storia

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“[Riferito all'opera di Giuseppe Vella, falsario di storia musulmana] «Azzardannu 'na jurnata / Visitari li murtali, / Virità fu sfazzunata; / Ristau nuda a lu spitali. / […] / Sta Minsogna Saracina / cu sta giubba mala misa / trova cui pri concubina / l'accarizza, adorna e spisa. / E cridennulla di sangu, / Come vanta, anticu e puru, / d'introdurla in ogni rangu / si fa pregio non oscuru»”

Giovanni Meli (1740–1815) poeta e drammaturgo italiano

Gazetta problematica relativa all'impostura di lu codici arabu di l'abbati Vella
Origine: Citata in Bartolomeo Lagumina, Il falso codice arabo-siculo, «Archivio storico siciliano», n.s., V (1880), pp. 232-314: 251, riportato da Paolo Preto in Una lunga storia di falsi e falsari http://www.storiamediterranea.it/public/md1_dir/r298.pdf, 2006, p. 24. Citata in Michele Amari, Storia dei Musulmani di Sicilia http://archive.org/stream/storiadeimusulm01amargoog#page/n17/mode/2up, 1854, pp. IX-X)

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“[A Palermo, rivolto a Giuseppe Bottai] Non sapevo che tu fossi qui. Non te ne meravigliare. Io non leggo mai i giornali. Da ragazzo, in Romagna, me ne capitò uno in mano. Mi ha tanto annoiato che non ci ho più provato.”

Ettore Muti (1902–1943) militare, aviatore e politico italiano

Origine: Giuseppe Bottai, Diario 1935-1944, Rizzoli, Milano, 1982, p. 173; citato in Silvio Bertoldi, La chiamavamo Patria, Rizzoli, Milano, 1989, p. 174.

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