“Max Planck aveva una propensione filosofica spontanea, nutrita poi con delle letture specifiche. Aveva una grande apertura al mistero sottostante al reale: la scoperta che l'ha reso famoso, quella dei quanti, è avvenuta in fondo contro quello che lui stesso si riproponeva. Aveva una coscienza chiara del fatto che la scienza non andava contro il bisogno religioso, anzi lo sviluppava, e che il credere in Dio agevolava il lavoro dello scienziato: la sua capacità di meravigliarsi, la sua voglia di fare e scoprire.”
Argomenti
dio , bisogno , coscienza , fatto , fondo , grande , lavorio , lavoro , lettura , mister , mistero , propensione , scienza , scienziato , scoperta , sottostante , specifico , stesso , voglia , scoprire , capacità , religioso , fareRoberto Giovanni Timossi 3
filosofo e teologo italiano 1953Citazioni simili

da De montibus, silvis, fontibus, lacubis, fluminibus, stagnis, seu paludibus et nominibus maris, citato ne Il Vesuvio

Origine: Dalla lettera di risposta del 24 marzo 1954 ad una lettera di un ateo del 22 marzo 1954, che citava un articolo sul pensiero religioso di Einstein mettendone in dubbio l'esattezza.
Origine: Il lato umano, p. 41

Origine: Da The Awakening of Faith, Chicago, 1900; citato in Fritjof Capra, Il Tao della fisica, traduzione di Giovanni Salio, Adelphi, 2010, p. 189.

dal convegno Ascolta il tuo cuore, città, http://www.youtube.com/watch?v=I7W3doSIEBc, 21 dicembre 2010
All'origine della pretesa cristiana