“Credo che possiamo pensare al verso libero come una tarda conseguenza dell'invenzione della stampa. La diffusione delle carta stampata ha fatto si che la poesia venisse fruita, da un certo periodo in poi, assai più attraverso gli occhi del lettore che non attraverso le orecchie dello spettatore. Nella poesia scritta, quindi, il verso si vede, e non c'è bisogno di marcarne la lunghezza attraverso regolarità sillabiche, toniche o metriche, o anche foniche come la rima.”
Origine: Il linguaggio della poesia, p. 83
Argomenti
bisogno , carta , conseguenza , diffusione , fatto , fonico , invenzione , lettore , lunghezza , metrica , non-lettore , orecchio , periodo , poesia , rima , scritta , spettatore , stampato , stampo , tonico , verso , conferenza-stampa , credo , regolarità , liberoDaniele Barbieri 12
semiologo, saggista e poeta italiano 1957Citazioni simili

Origine: Versi poetici e dichiarazioni di guerra, p. 27

da La conoscenza umana. Le sue possibilità e i suoi limiti, traduzione di Camillo Pellizzi, Longanesi, Milano

Origine: Da Opere complete, vol. 12, p. 44; citato in Michail Gorbaciov, La casa comune europea, traduzione a cura della APN Publishing House, Mondadori, Milano, 1989, p. 293. ISBN 88-04-33183-6

Da Carnets; citato in Le petit philosophe de poche, Textes réunis par Gabriel Pomerand

citato in Cesare Garboli, Trenta poesie famigliari di Giovanni Pascoli, Einaudi, 1990, p. 47