“E anche lui, adesso che la roba passava per le sue mani, comprendeva finalmente i dispiaceri che aveva dato alla povera donna; se ne pentiva, cercava di farseli perdonare, colla pazienza, colle cure amorevoli standole sempre intorno, sorvegliando l'inferma e la gente che veniva a farle visita, impallidendo ogni volta che la mamma tentava di snodare lo scilinguagnolo dinanzi agli estranei. Sentiva una gran tenerezza al pensare che la povera paralitica non poteva muoversi né parlare per togliergli la roba siccome aveva minacciato.
– No, no, non lo farà! Son cose che si dicono in un momento di collera… Vorrei vederla!… Sono infine il sangue suo… Morirebbe d'accidente lei per la prima, se dovesse lasciare la sua roba a questo e a quello…”
don Ninì; II, 5
Mastro-don Gesualdo
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“Non tòrre la roba d'altri, né la fatica, né il sudore di persona, massime de' poveri uomini.”
Facezia XLVII: motto della santa elemosina
Origine: Dall'intervista di Enzo Biagi, [http:||ricerca.repubblica.it|repubblica|archivio|repubblica|1986|03|11|cutolo-la-camorra-una-scelta-di.html Cutolo: "La camorra è una scelta di vita], la Repubblica, 11 marzo 1986.

Amore di virtù; 1979, p. 51
Bestiario o Le allegorie

da Un'emozione da poco, lato B, n. 1
Oxanna