“Un efficace e serio messale italiano non s’avrà mai fuori dal solco d’una lingua viva, chiara, corretta e di facile pronuncia. Altro che “lingua sacra”, come sognano alcuni […]. Van lasciati da parte […] certi surrogati stranieri di quella che è stata la nostra “lingua sacra” per secoli: per i quali avremmo rinunciato al “latino sincero, sacrosanto” “della messa”, che Renzo, in fondo, sapeva in qualche modo afferrare. Abbiamo rinunciato a questo — e non è esagerato il verbo, che implica l’idea di sacrificio: cfr. Paolo VI, Insegnamenti, vol. VII, 1969, pp. 1121-1128 — per averla in casa la messa, col parlare di casa, di casa nostra: nostra, nostra, nostra il più possibile. E qui è il caso di dire: così sia.”
da E con il tuo spirito, pp. 66-67
Argomenti
lingua , messa , solco , pronuncia , surrogato , verbo , van , corretto , insegnamento , efficacia , sincero , latino , serio , vivaio , sacrificio , straniero , lasciata , secolo , fondo , caso , idea , spirito , italiano , parte , modo , casa , dire , possibile , altroFranco Fochi 17
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