“Gli eroi e le potenze debbono riunirsi di notte in una casa appartata, dandosi la voce l'un l'altro per mezzo di un linguaggio segreto – il cosiddetto linguaggio delle dee –, chiamarsi con nomi indipendenti dai (nomi e dalle) convenzioni ordinarie. Nel caso che non si sia riusciti a mettere insieme la ruota dei «corpi», si può limitare l'adorazione alle sole fanciulle, con l'avvertenza che, in un rito opzionale, esse non debbono essere deformi, né avere il seno già sviluppato, né essere già mestruate.”
2013, 104b-106a
Tantrāloka, Capitolo XXVIII
Origine: Gli uomini e le donne che partecipano al rito.
Argomenti
linguaggio , avvertenza , deforme , adorazione , rito , convenzione , ruota , ordinaria , seno , fanciullo , essere , potenza , segreto , voce , sole , caso , mezzo , notte , insieme , avere , casa , altro , limitareAbhinavagupta 144
filosofo indiano 950–1020Citazioni simili

mozione proposta al Secondo congresso continentale

citato in Carlo Flamigni, Laicità senza aggettivi http://www.carloflamigni.it/scripta/laicita_senza_aggettivi.html, carloflamigni.it, luglio 2012

J298 – F303, vv. 1-12
Lettere
Variante: Sola, non posso essere – | Schiere – mi fanno visita – | Inafferrabile Compagnia – | che si beffa della Chiave – || non hanno Vesti, né Nomi | niente Calendari – né Luoghi – | ma Dimore diffuse | come gli Gnomi – || il loro Arrivo, può essere annunciato | da intimi Messaggeri – | la loro partenza – no – | perché non partono mai. (J298 – F303
Origine: Questa può essere considerata una poesia-indovinello. Johnson dice che i versi "descrivono esattamente in che modo si sviluppa l'impulso creativo". Emily Dickinson. An Interpretative Biography, Atheneum, New York, 1972, p. 74. [Nota di G. Ierolli in Tutte le poesie. J251 – 300 http://www.emilydickinson.it/j0251-0300.html, EmilyDickinson.]

2010, p. 19
Gerarchie spirituali e loro riflesso nel mondo fisico – Zodiaco, Pianeti e Cosmo
Variante: […] nemmeno gli antichi greci, quando parlavano di Mercurio, intendevano l'astro fisico, bensì l'insieme delle entità di quell'astro. Erano mondi spirituali, esseri spirituali quelli di cui si parlava quando, nelle sedi della conoscenza, si pronunciava, poniamo, il nome di Mercurio. Coloro che erano discepoli dei maestri di quelle scuole, pronunciando nei diversi linguaggi i nomi di Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno, indicavano una scala di entità spirituali. Chi pronuncia quelle parole nel senso odierno, indicando con esse un astro fisico, indica solo la parte più grossolana di ciò che con quei nomi s'intendeva in origine. (p. 19, 2010)

dal discorso tenuto in occasione dell'adunata generale delle forze del Regime il 2 ottobre 1935
Citazioni tratte dai discorsi