“Chi dà il corpo, dà l'ombra: il sole istesso, | non che la luna, ha maculato il volto; | smodera nel difetto e nell'eccesso | ciò che nel grembo alla natura è avvolto. || Chi raffigura saggio il mondo stolto | di follia volontaria ha il core impresso: | al cader, all'error sempre è rivolto; | pié che vacilla ha il precipizio appresso. || Quel latte, ch'alimenta il viver frale, | è cibo del peccar, che in noi creato, | pria che il passo moviam, destende l'ale. || O chiuda un'ombra e non s'adiri il fato, | quel che si chiama in noi sangue vitale | scalda le colpe e nelle colpe è nato.”
Origine: Da I Marinisti. Opere scelte, a cura di G. Getto, Utet, Torino, 1954; citato in Lunario dei giorni di quiete. 365 giorni di letture esemplari, a cura di Guido Davico Bonino, prefazione di Claudio Magris, Einaudi, Torino, 1997, p. 436. ISBN 8806147234
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da Signora Luna, n. 14
Canzoni a manovella

“Mantieni il tuo volto in pieno sole, e non potrai vedere l'ombra.”

“Il sole ci dà il senso della vita; la luna, della sua precarietà.”
Origine: Aforismi, p. 67
da La civiltà letteraria europea: da Omero a Nabokov, a cura di Paolo Lagazzi, Mondadori, 2005
La civiltà letteraria europea

“L'uomo prudente va con i piedi di piombo e preferisce peccare per difetto che per eccesso.”