“[Sul decorso del colera] La voce svanisce: i polsi si fanno minimi e frequentissimi: e […] gli sforzi di vomito sono perpetui ma infruttuosi. La voglia di evacuare il ventre è vieppiù tormentosa, seguita da tenesmo, e da niuna materia evacuata. Infine s'affaccia la morte piena di dolori, miseranda tra le convulsioni, lo strangolamento, e gl'incessanti e vani conati per vomitare. Cosiffatto malore spesseggia nell'estate, meno frequente in autunno, meno ancora in primavera, rarissimo nell'inverno. Fra le eta le più soggette, sono a designarsi la gioventù, e quella che è congiunta a maggior robustezza. Ne' vecchi assai di rado lo vedrai. I fanciulli lo soffrono più de' vecchi; ma non è in loro pericoloso.”
Origine: Delle cause, dei segni e della cura delle malattie acute e croniche, p. 17
Argomenti
meno , conato , convulsione , congiunto , malore , vomito , ventre , autunno , primavera , inverno , estate , fanciullo , minimo , materia , soggetto , seguito , sforzo , maggiore , voce , dolore , voglia , morte , ancora , gioventù , piena , radoAreteo di Cappadocia 34
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