“A te sta bene, o Messalla, portar la guerra per terra e per mare, sì che la tua casa ostenti le spoglie de' nemici. Io rimango prigioniero nei lacci d'una bella fanciulla, e veglio, come uno schiavo incatenato alla guardia, dinanzi alla porta inesorabile. Che importa a me, Delia mia, della gloria? Sia teco; e mi chiamino pure poltrone e da poco. Oh che in te possa io fissar gli occhi, quando mi sopravverrà l'ora suprema; ch'io possa stringerti morendo con la mano mancante. Tu piangerai, posto che m'abbi, o Delia, sul letto del rogo, e mescolerai alle amare lacrime i baci. Piangerai: tu non hai cinte le viscere d'insensibile ferro, non hai nel tenero cuore una selce.”
Libro I, Elegia I, Carducci, p. 153
Elegie, Citato in Giosuè Carducci, Opere, vol. XXIX
Argomenti
fai-da-te , elegia , viscere , rogo , poltrona , veglia , spoglia , prigioniero , ferro , fanciullo , schiavo , lacrima , importo , gloria , tenero , letto , nemico , mare , bella , guardia , mano , libro , posto , terra-terra , guerra , terra , cuore , bene , casa , ora , poco , amare , portaAlbio Tibullo 8
poeta -50–-19 a.C.Citazioni simili

“Ho una foto in un cui stai bene senza di me | che venivi bene te lo ricordi pure te.”
Coez
(1983) Cantautore italiano
da Mal di gola, n. 1
È sempre bello