“Quando agli uomini si è tolta la fede e s'è insegnato a odiare il lavoro e considerarlo un peso intollerabile, una pena della quale turpi sfruttatori godono illecitamente il frutto spensieratamente, non possono che andare in piazza a gridare il vuoto interiore che li divora, fino a dar loro aspetto di dannati. L'uomo ridotto a un transito di cibo, quando il cibo sia divenuto scarso o di cattiva qualità non ha davanti a sé che la disperazione. […] Essi vogliono giustizia, e ne hanno pieno diritto, ma sono gli altri che devono muoversi e andar incontro a loro, sono gli altri che devono comprendere questo senso umano di giustizia.”
Roma
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Origine: Da Scritti scelti, p. 76 http://books.google.it/books?id=Xk6kW8Wpmo8C&pg=PT76.

Origine: Al Popolo di Stoccolma, Varignano, 2 ottobre 1862.
“Fra cibo e giustizia c’è un legame che non si può ignorare.”

dalle Epistole, a cura di Ugo Dotti, UTET, 1978
“Solo chi non ha fame è in grado di giudicare la qualità del cibo.”

“La smodatezza è sempre cattiva ma soprattutto nel cibo è condannabile.”
Il pedagogo