Frasi su vangelo
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“Mi impegno e giuro di essere fedele al mio popolo, ai 60 milioni di italiani e di farlo rispettando gli insegnamenti contenuti nella Costituzione e nel sacro Vangelo. Io lo giuro, lo giurate con me? Andiamo a governare, riprendiamoci il Paese.”

Matteo Salvini (1973) politico italiano

Origine: Estratto dal discorso di Salvini tenutosi il 24 febbraio 2018 https://milano.corriere.it/foto-gallery/cronaca/18_febbraio_24/milano-matteo-salvini-il-rosario-vangelo-piazza-duomo-gli-ultimi-saranno-primi-2309d34c-1988-11e8-9cdc-0f9bea8569f6.shtml/ in Piazza Duomo, a Milano. Video https://video.ilsecoloxix.it/italia/il-giuramento-di-salvini-a-milano-andiamo-a-governare/7070/7070/ e URL archiviati il 22 agosto 2019 http://archive.is/RGJQv/.

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“Il Vangelo è comunicazione di vita.”

Angelo Bagnasco (1943) cardinale e arcivescovo cattolico italiano

Dal magistero episcopale, Sei una lampada che rischiara?

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“Adorare non è un fare, ma un non fare per lasciarci fare da Cristo: questa è la dimensione mistica del Vangelo.”

Angelo Bagnasco (1943) cardinale e arcivescovo cattolico italiano

Dal magistero episcopale, Cos'è per te credere?

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“Si corre il rischio di naturalizzare il Vangelo: di togliergli la linfa soprannaturale e ridurlo a manuale di buone maniere.”

Angelo Bagnasco (1943) cardinale e arcivescovo cattolico italiano

Dal magistero episcopale, Cos'è per te credere?

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“Questi Viceré sono a uno a uno scolpiti e colpiti: sono arroganti ed ignoranti, in passato sapevano al massimo fare la firma, donna Ferdinanda tiene come un vangelo la prosa bolsa del Teatro genologico di Sicilia del Mugnòs, don Eugenio concepisce un Araldo Sicolo con ridicole innovazioni di ortografia e di fonetica, Ferdinando poi – figuriamoci, il Babbeo!”

è fulminato dalla lettura di Robinson Crusoe, che gli ha regalato il retorico don Cono Canalà, e il neodeputato duca d' Oragua non è in grado di articolare motto affacciandosi al balcone davanti alla folla che lo acclama. Una sola cosa resiste, nella caduta di ogni valore e nel conflitto universale degli interessi: la passione comune per la roba, l'orgoglio di appartenere a una casta e a un clan. (Sergio Campailla)
I Viceré, Citazioni sull'opera

“Questi Viceré sono a uno a uno scolpiti e colpiti: sono arroganti ed ignoranti, in passato sapevano al massimo fare la firma, donna Ferdinanda tiene come un vangelo la prosa bolsa del Teatro genologico di Sicilia del Mugnòs, don Eugenio concepisce un Araldo Sicolo con ridicole innovazioni di ortografia e di fonetica, Ferdinando poi – figuriamoci, il Babbeo!”

Sergio Campailla (1945) scrittore, saggista e critico letterario italiano

è fulminato dalla lettura di Robinson Crosue, che gli ha regalato il retorico don Cono Canalà, e il neodeputato duca d' Oragua non è in grado di articolare motto affacciandosi al balcone davanti alla folla che lo acclama. Una sola cosa resiste, nella caduta di ogni valore e nel conflitto universale degli interessi: la passione comune per la roba, l'orgoglio di appartenere a una casta e a un clan. (dalla prefazione a Federico De Roberto, I Viceré, BEN, 1995)

Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“La Dolce Bontà

La bontà
è come un germe infante
piantato nella terra dell'anima,
germoglia silente come delicato fiore
dai suoi gracili petali vellutati
alla pelle percettibile!
Autentica la bontà
si apre nei suoi sorrisi più sinceri
ai raggi del sole nella vita
nonostante riluce
con le sue lacrime di rugiada
cadute dalle foschie
sulla costa delle controversie.
Solo quando consapevole
del suo olezzo,
cresce vigorosa e rigogliosa
come altissimo albero maestoso,
donando i suoi frutti più dolci
gratificando nei riverberi
dei cuori malleabili,
melodie di giustizia alle pupille
che accarezzano il suo sguardo
colmo di brezza d'amore!
Così, con le sue blandizie
la bontà nutre arricchendo
anche noi in ogni angolo
del cuore alacre alla sua voce.
La bontà, come segreto giardino
che mai sfiorisce negli anni
nella sua empirea bellezza
ma si valorizza nelle pieghe
delle sue esperienze,
spiega comprensione
dopo calvari vinti con placidità!
Ma se calpestata
dal piede del violento fato
svellandola dalle sue
candide vesti ricamate in Calais,
certo potrà godere
umiliandola sui selci
dell'arrogante manrovescio
che con protervia
infligge dolore,
ma non potrà mai
privarla del suo puro spirito
a farla vivere in eterno
nell'etere della natura
nell'umanità che vuol amare
in ferace vallea di pace
senza nembi di nefaste oscurità,
vangeli di distruzione
mediante impure entità
chiamate uomini
a scompigliare l'equilibrio
che il feeling del buon senso
traduce in dolce bontà!
La sua dolce essenza
non potrà morire mai
neppure se ignorata a vita.

Laura Lapietra ©”