Frasi di Wole Soyinka

Wole Soyinka, pseudonimo di Akinwande Oluwole Soyinka , è un drammaturgo, poeta, scrittore e saggista nigeriano Premio Nobel per la letteratura nel 1986, è considerato uno dei più importanti esponenti della letteratura dell'Africa sub-sahariana, nonché il maggiore drammaturgo africano.

Ha compiuto gli studi universitari a Ibadan e a Leeds, in Inghilterra, dove ha conseguito il Ph.D. nel 1973. Dopo due anni al Royal Court Theatre di Londra come drammaturgo, nel 1960 è rientrato in Nigeria, dove ha iniziato ad insegnare letteratura e teatro in diverse università e ha fondato il gruppo teatrale "Le maschere 1960". Nel 1964 ha creato la compagnia "Teatro Orisun" con la quale ha messo in scena anche le proprie opere. Nel 1965 ha pubblicato il primo romanzo, scritto in inglese, Gli interpreti.

Nel corso della guerra civile nigeriana, viene incarcerato dal 1967 al 1969 per un articolo in cui chiedeva un cessate il fuoco. La sua esperienza in cella di isolamento è narrata in L'uomo è morto.

Ancor più che per la narrativa e la saggistica, Wole Soyinka si è affermato in Africa e in Occidente attraverso il teatro e la poesia. In particolare, è noto per aver rivalutato il teatro della tradizione nigeriana e la "folk opera Yoruba". Ha scritto oltre venti drammi e commedie e ha adattato a un contesto africano Le Baccanti di Euripide, L'opera da tre soldi di Bertolt Brecht, I negri di Jean Genet. Fra i suoi lavori teatrali figurano: Il leone e la perla, Pazzi e specialisti, La morte e il cavaliere del Re, Danza della foresta, La strada, Il raccolto di Kongi. Fra le sue raccolte poetiche: Idanre and Other Poems; A Shuttle in the Crypt; Ogun Abibiman ; Mandela's Earth and Other Poems.

Ha insegnato in numerose università, fra cui Yale, Cornell, Harvard, Sheffield e Cambridge, ed è membro delle più prestigiose associazioni letterarie internazionali. Ha ricevuto diversi riconoscimenti in tutto il mondo e il premio Nobel per la letteratura nel 1986.

Perseguitato e condannato a morte dal dittatore nigeriano Sani Abacha, Soyinka è vissuto in esilio negli Stati Uniti fino al 1998, anno in cui morto il dittatore Soyinka ha fatto ritorno in Nigeria. Ora vive ad Abeokuta, la città nigeriana dove è cresciuto. Wikipedia  

✵ 13. Luglio 1934
Wole Soyinka photo
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Wole Soyinka frasi celebri

Frasi sul viaggio di Wole Soyinka

“Prendiamo in esame le religioni, confrontatele: da una parte c’è la vostra religione che è una religione accomodante, di spirito ecumenico, cioè che è disposta anche a accogliere e addirittura a assorbire i sistemi di fede degli altri. E all’altro estremo c’è una religione la quale impone che nulla dei capisaldi di quella fede venga mai toccato. In Africa invece non troverete mai alcuna religione che propugna i principi della crociata o della jihad per dirlo in arabo: per lo più con poche eccezioni, nel continente africano, i sistemi di credenze, di fede in generale non fanno alcun tentativo di fare proseliti, di convertire gli altri con la forza, pensano piuttosto che l’altro che non condivide la tua fede deve poter trovare il proprio modo di rapportarsi con il Principio Superiore o la Divinità o Dio. Detto questo chi si reca nei Caraibi, nelle Antille o nell’America latina si accorge rapidamente che tantissime convinzioni, credenze religiose africane si sono diffuse in quelle regioni del mondo e hanno, per così dire, contagiato addirittura la fede cristiana. Sono stati gli schiavi a fare questo, schiavi che venivano definiti dei subumani, che provenivano dall’Africa e che quantunque non avessero nessun potere di coercizione, a loro era perfino vietato toccare il padrone, figuriamoci quale potere potevano mai esercitare! Nonostante questa impotenza sostanziale sono stati proprio loro a passare le concezioni religiose africane, sono stati loro il veicolo della diffusione.”

Frasi sulle persone di Wole Soyinka

Wole Soyinka Frasi e Citazioni

Wole Soyinka: Frasi in inglese

“A tiger doesn't proclaim his tigritude, he pounces”

Janheinz Jahn (trans. Oliver Coburn and Ursula Lehrburger) A History of Neo-African Literature (London: Faber, 1968) pp. 265-6.
Explaining, in Berlin in 1964, a criticism of the concept of négritude he had made at a conference in Kampala in 1962.
Contesto: I said: "A tiger does not proclaim his tigritude, he pounces". In other words: a tiger does not stand in the forest and say: "I am a tiger". When you pass where the tiger has walked before, you see the skeleton of the duiker, you know that some tigritude has been emanated there.

“The greatest threat to freedom is the absence of criticism.”

Origine: The strong man syndrome https://www.thecable.ng/wole-soyinka-at-86/amp

“The man dies in all who keep silent in the face of tyranny.”

The Man Died (New York: Harper & Row, 1972) p. 13.

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