da Ho sceso, 1967
Opere in versi, Xenia II
“Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.”
Satura, 1962-1970
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“Dove portava questo viaggio | né lungo né breve?”
| Dagli ischieti ad Ischia | la rotta era questa: | piegando verso destra, | dapprima costeggiando, | poi per il mare aperto, | in grembo alla divinità | che cambia sesso, | e le cui lodi cantano | gli amanti della salamoia | in ogni angolo della terra. (da Pozzuoli – Ischia Porto)
Sinfonia italiana
“Un taxi vuoto si è fermato davanti al n. 10 di Downing Street, e ne è sceso Attlee.”
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