“Il mio posto preferito in tutta la città era la libreria di Sempere e Figli in calle Santa Ana. Quel posto che odorava di carta vecchia e di polvere era il mio santuario e il mio rifugio. Il libraio mi lasciava sedere su una sedia in un angolo e leggere a mio piacimento qualunque libro volessi. Quasi mai Sempere mi faceva pagare i libri che mi metteva in mano, ma quando non se ne accorgeva io lasciavo sul banco, prima di andarmene, le monete che avevo risparmiato.”
El juego del ángel
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“la pioggia rompeva tutti gli angoli della notte e non ne lasciava intero neanche un pezzetto.”
Racconti per una solitudine insonne

16 giugno 1909; Vergani, p. 272
Diario 1887-1910
Capitolo 10, p. 73
Sof'ja Petrovna

The Shadow of the Wind
Variante: «Benvenuto nel Cimitero dei Libri Dimenticati, Daniel.
...
«Questo luogo è un mistero, Daniel, un santuario. Ogni libro, ogni volume che vedi possiede un'anima, l'anima di chi lo ha scritto e di coloro che lo hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie a esso. Ogni volta che un libro cambia proprietario, ogni volta che un nuovo sguardo ne sfiora le pagine, il suo spirito acquista forza. Molti anni fa, quando mio padre mi portò qui per la prima volta, questo luogo era già vecchio, quasi come la città. Nessuno sa con certezza da quanto tempo esista o chi l'abbia creato. Ti posso solo ripetere quello che mi disse mio padre: quando una biblioteca scompare, quando una libreria chiude i battenti, quando un libro viene cancellato dall'oblio, noi, i custodi di questo luogo, facciamo in modo che arrivi qui. E qui i libri che più nessuno ricorda, i libri perduti nel tempo, vivono per sempre, in attesa del giorno in cui potranno tornare nelle mani di un nuovo lettore, di un nuovo spirito. Noi li vendiamo e li compriamo, ma in realtà i libri non ci appartengono mai. Ognuno di questi libri è stato il miglior amico di qualcuno. Adesso hanno soltanto noi, Daniel. Pensi di poter mantenere il segreto?»

Origine: Dalla lettera a A. Bacharach; 25 luglio 1949; Archivio Einstein 57-629.
Origine: Pensieri di un uomo curioso, p. 48