“Armesso: Volete, dunque, parer cane che morde, a fin che non ardisca ognuno di molestarvi?
Filoteo: Cossí è, perché desidero la quiete, e mi dispiace il dispiacere.
Armesso: Sí, ma giudicano che procedete troppo rigorosamente.
Filoteo: A fine che non tornino un'altra volta essi, ed altri imparino di non venir a disputar meco e con altro, trattando con simili mezzi termini queste conclusioni.
Armesso: La offesa fu privata, la vendetta è publica.
Filoteo: Non per questo è ingiusta; perché molti errori si commettono in privato, che giustamente si castigano in publico.
Armesso: Ma con ciò venite a guastare la vostra riputazione, e vi fate piú biasimevole che coloro; perché publicamente se dirà che siete impaziente, fantastico, bizarro, capo sventato.
Filoteo: Non mi curo, pur che oltre non mi siano essi o altri molesti; e per questo mostro il cinico bastone, acciò che mi lascino star co' fatti miei in pace; e se non mi vogliono far carezze, non vegnano ad esercitar la loro inciviltà sopra di me.”
dialogo I
Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020.
Storia
Argomenti
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filosofo e scrittore italiano 1548–1600Citazioni simili

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