“[Parlando di Haile Selassie] I suoi veri amici erano gli americani cui consentiva il controllo politico ed economico del paese e ai cui consiglieri militari aveva consegnato l'esercito, l'aviazione, i servizi segreti. I suoi veri nemici erano i sovietici che aizzavano Gibuti all'indipendenza e aiutavano il Sudan che a sua volta aiutava l'Eritrea. Però andò anche a Mosca e l'Etiopia era piena di bulgari, di rumeni, di polacchi, di jugoslavi, insomma di ambasciate comuniste. Ailé Selassié andava d'accordo coi paesi arabi però chiamò gli israeliani a istruire la polizia segreta, la polizia criminale e la Guardia Imperiale. Con loro aveva in comune tutto l'interesse a non perdere i porti di Asmara e di Assab. I suoi rapporti erano ottimi anche coi francesi, nel timore che rinunciassero a Gibuti. Restavano freddini solo con gli inglesi: non gli aveva mai perdonato il distacco con cui lo avevano accolto durante l'esilio. E, sebbene gli inglesi lo avessero rimesso sul trono, nessuno lo aveva mai udito pronunciare una parola nella loro lingua. Che conosceva benissimo.”
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Oriana Fallaci
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Intervista con la storia
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scrittrice italiana 1929–2006Citazioni simili

“Molto più offendono le carezze de i finti amici, che le ferite de i veri nemici.”
Della forza dell'Ira, p. 9
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