Frasi di Ryszard Kapuściński
Ryszard Kapuściński
Data di nascita: 4. Marzo 1932
Data di morte: 23. Gennaio 2007
Ryszard Kapuściński è stato un giornalista, scrittore e saggista polacco.
Lavori
Frasi Ryszard Kapuściński
„Le forze etiopi impiegavano comunemente il napalm. Per salvarsi, gli eritrei cominciarono a scavare rifugi, corridoi e nascondigli mimetizzati. Nel corso degli anni costruirono un secondo stato sotterraneo, nel senso letterale del termine: un'Eritrea nascosta e segreta, inaccessibile agli estranei, che potevano percorrere in lungo e in largo senza essere visti dal nemico. La guerra eritrea non fu, come gli eritrei stessi sottolineano con orgoglio, una bush war, l'uragano banditesco e sterminatore dei warlords. Nel loro stato sotterraneo avevano scuole e ospedali, tribunali e orfanotrofi, officine e fabbriche di armi. In quel paese di analfabeti, ogni combattente doveva saper leggere e scrivere.“
— Ryszard Kapuściński, libro Ebano
Origine: Ebano, p. 266
„Il dramma delle culture, infatti – compresa quella europea –, è consistito in passato nel fatto che i loro primi contatti reciproci sono stati quai sempre appannaggio di gente della peggior risma: predoni, soldataglie, avventurieri, criminali, mercanti di schiavi e via dicendo. Talvolta, ma di rado, capitava anche gente diversa, come missionari in gamba, viaggiatori e studiosi appassionati. Ma il tono, lo standard, il clima fu conferito e creato per secoli dall'internazionale della marmaglia predatrice che non badava certo a conoscere altre culture, a cercare un linguaggio comune o a mostrare rispetto nei loro confronti. Nella maggior parte dei casi si trattava di mercenari rozzi e ottusi, privi di riguardi e di sensibilità, spesso analfabeti, il cui unico interesse consisteva nell'assaltare, razziare, uccidere. Per effetto di queste esperienze le culture, invece di conoscersi a vicenda, diventavano nemiche o, nel migliore dei casi, indifferenti. I loro rappresentanti, a parte i mascalzoni di cui sopra, si tenevano alla larga, si evitavano, si temevano. Questa manipolizzazione dei rapporti interculturali da parte di una classe rozza e ignorante ha determinato la pessima qualità dei rapporti reciproci. Le relazioni interpersonali cominciarono a venir classificate in base al criterio più primitivo: quello del colore della pelle. Il razzismo divenne un'ideologia per definire il posto della gente nell'ordinamento del mondo. Da una parte i Bianchi, dall'altra i Neri: una contrapposizione dove spesso entrambe le parti si sentivano a disagio.“
— Ryszard Kapuściński, libro Ebano
Ebano
„La prima guerra sudanese durò dieci anni, fino al 1972. Poi, per i dieci anni successivi, si instaurò una fragile pace provvisoria. Quando, nel 1983, il governo islamico di Khartoum tentò di imporre la legge islamica (sharia) a tutto il paese, cominciò la nuova e più terribile fase di questa guerra ancora in atto. Si tratta del conflitto più grande e più lungo della storia dell'Africa e, probabilmente, in questo momento anche del mondo intero; ma svolgendosi in una sperduta provincia del nostro pianeta e non minacciando direttamente né Europa né America, non suscita alcun interesse. Per giunta, a causa delle difficoltà di comunicazione e delle drastiche restrizioni di Khartoum, i teatri di questa guerra, i suoi vasti e tragici campi di morte sono praticamente irraggiungibili dai media e la maggior parte del mondo ignora completamente che in Sudan sia in atto un conflitto di proporzioni gigantesche.“
— Ryszard Kapuściński, libro Ebano
Origine: Ebano, p. 171
„Nel paese c'era cibo a sufficienza, ma la siccità aveva fatto salire i prezzi e i contadini poveri non potevano più comprarlo. Naturalmente il governo sarebbe potuto intervenire e anche i paesi stranieri avrebbero potuto fare qualcosa. Ma, per motivi di prestigio, il governo si rifiutava di riconoscere che nel paese regnasse la fame, respingendo le offerte d'aiuto. In quel periodo in Etiopia c'era stato un milione di morti, una realtà tenuta nascosta prima dall'imperatore Hailè Selassiè e poi da colui che doveva privarlo del trono e della vita, il maggiore Menghistu. Divisi dalla lotta per il potere, erano uniti dalla menzogna.“
— Ryszard Kapuściński, libro Ebano
Origine: Ebano, p. 120
„Questo piccolo paese, tra i più poveri del mondo, possiede un esercito di centomila giovani, relativamente colti, dei quali non sa che fare. Il paese non ha industrie, l'agricoltura è in abbandono, le città in rovina, le strade distrutte. Centomila soldati si svegliano ogni mattina senza saper che fare, e soprattutto senza niente da mangiare. Ma la sorte dei loro colleghi e fratelli in borghese non è molto diversa. Basta girare per Asmara all'ora di pranzo. I funzionari delle poche istituzioni esistenti in uno stato così giovane vanno a mangiare un boccone nei bar e nei ristoranti del quartiere. Ma le folle dei giovani non sanno dove andare: non lavorano, non hanno un soldo. Girano, guardano le vetrine, sostano agli angoli delle strade, siedendo sulle panchine oziosi e affamati.“
— Ryszard Kapuściński, libro Ebano
Origine: Ebano, pp. 266-267
„Era un uomo dall'energia inesauribile, sempre eccitato, sempre in movimento. Le rare volte che, in qualità di presidente, convocava una seduta del governo, era incapace di parteciparvi fino alla fine. Dopo un po' si stufava, balzava in piedi e se ne andava. I pensieri gli si accavallavano nella mente, parlava in modo caotico, non finiva mai una frase. Leggeva l'inglese con fatica, conosceva mediamente lo swahili. Possedeva bene il suo dialetto kakwa, che però nel paese era poco conosciuto. Ma erano precisamente questi limiti a renderlo popolare tra i bayaye: era uno di loro, sangue del loro sangue, carne della loro carne.“
— Ryszard Kapuściński, libro Ebano
Origine: Ebano, p. 129
„Menghistu lavorava giorno e notte. I beni materiali non gli interessavano, voleva solo il potere assoluto. Gli bastava regnare.“
— Ryszard Kapuściński, libro Ebano
Variante: Menghistu lavorava giorno e notte. I beni materiali non gli interessavano, voleva solo il potere assoluto. Gli bastava regnare.
Origine: Ebano, p. 193
„Viaggiare sulle strade d'Etiopia è duro e spesso pericoloso. Nella stagione secca, la macchina slitta sul pietrisco degli stretti percorsi scavati nelle pareti di montagne a picco, lungo precipizi profondi centinaia di metri. Nella stagione delle piogge, le strade di montagna vengono addirittura chiuse, mentre quelle di pianura si trasformano in acquitrini melmosi dove si rischia di restare impantanati per giorni e giorni.“
— Ryszard Kapuściński, libro Ebano
Variante: Viaggiare sulle strade d'Etiopia è duro e spesso pericoloso. Nella stagione secca, la macchina slitta sul pietrisco degli stretti percorsi scavati nelle pareti di montagne a picco, lungo precipizi profondi centinaia di metri. Nella stagione delle piogge, le strade di montagna vengono addirittura chiuse, mentre quelle di pianura si trasformano in acquitrini melmosi dove si rischia di restare impantanati per giorni e giorni. (p. 117)
Origine: Ebano, p. 117
„Ad Algeri vedevo per la prima volta il Mediterraneo da vicino, potevo immergerci la mano, sentirne il contatto. Per trovarlo non occorreva informarsi: bastava continuare a seguire le via in discesa. Lo si intravedeva anche da lontano: era dappertutto, luccicava tra le case, spuntava in fondo alle vie che scendevano a rotta di collo verso il basso.
In fondo si stendeva il quartiere del porto con la sua fila di semplici bar in legno, odorosi di pesce, vino e caffè. Ma le folate di vento portavano soprattutto il sentore acre del mare e il suo fresco alito ristoratore.
Non avevo mai visto un luogo dove la natura fosse così benevola nei confronti dell'uomo. C'era tutto: il sole, il vento fresco, l'aria chiara, l'argento del mare. Avevo letto talmente tanto su di esso, che mi sembrava di conoscerlo. Nelle sue onde piatte c'era il bel tempo, la pace e l'invito a viaggiare, a conoscere. Veniva voglia di unirsi ai pescatori che salpavano da riva in quel momento.“
— Ryszard Kapuściński, libro Travels with Herodotus
Travels with Herodotus
„Il Sudan è il primo stato africano a conquistare l'indipendenza dopo la seconda guerra mondiale. Prima era stato una colonia britannica composta di due parti artificiosamente, burocraticamente messe insieme: il nord arabo-musulmano e il sud "negro"-cristiano (e animista). Tra questi due gruppi esistevano un antagonismo, un'inimicizia e un odio di vecchia data, visto che per anni gli arabi del nord avevano invaso il sud catturandone gli abitanti e vendendoli come schiavi.
Come potevano, quei mondo in conflitto, convivere in un unico stato indipendente? Infatti non potevano, e proprio su questo contavano gli inglesi. A quei tempi i vecchi stati coloniali europei erano convinti che, pur rinunciando formalmente alle colonie, di fatto avrebbero continuato a governarle: in Sudan, per esempio, facendo da agenti conciliatori tra musulmani del nord e cristiani animisti del sud. Presto però queste illusioni imperialiste svanirono. Già nel 1962 in Sudan scoppiò la prima guerra civile tra sud e nord (preceduta da rivolte e insurrezioni nel sud).“
— Ryszard Kapuściński, libro Ebano
Origine: Ebano, pp. 170-171
„L'europeo si sente schiavo del tempo, ne è condizionato, è il suo suddito in tutto e per tutto. Per esistere e funzionare deve osservare le sue ferree e inamovibili leggi, i suoi rigidi principi e le sue regole. Deve rispettare date, scadenze, giorni e orari. Si muove solo negli ingranaggi del tempo, senza i quali non può esistere. Ne subisce i rigori, le esigenze e le norme. Tra l'uomo e il tempo esiste un conflitto insolubile che si conclude inevitabilmente con la sconfitta dell'uomo: il tempo annienta l'uomo. Gli africani autoctoni, invece, intendono il tempo in modo completamente opposto. Per loro si tratta di una categoria molto più flessibile, aperta, elastica, soggettiva. È l'uomo (un uomo, beninteso, che agisca conformemente al volere degli antenati e degli dèi) che influisce sulla forma del tempo, sul suo corso e ritmo. Il tempo è addirittura qualcosa che l'uomo può creare: infatti l'esistenza del tempo si manifesta attraverso gli eventi, e che un evento abbia luogo oppure no dipende dall'uomo. Se due eserciti non si danno battaglia, la battaglia non avrà luogo (ossia il tempo non manifesterà la sua esistenza, non esisterà).“
— Ryszard Kapuściński, libro Ebano
The Shadow of the Sun
„Il Ruanda è un paese piccolo, tanto piccolo che in molte delle carte geografiche contenute sui libri sull'Africa viene indicato solo con un puntino. Solo dalle tabelle annesse alle carte apprenderete che quel puntino nel cuore del continente rappresenta il Ruanda.“
— Ryszard Kapuściński, libro Ebano
Origine: Ebano, p. 146
„L'Etiopia è un paese dalla superficie pari a quelle di Francia, Germania e Polonia messe insieme. In Etiopia abitano più di sessanta milioni di persone, che tra qualche anno saranno più di sessanta milioni, tra qualche decina più di ottanta ecc. ecc.
Forse, allora, qualcuno aprirà una libreria? Almeno una?“
— Ryszard Kapuściński, libro Ebano
Origine: Ebano, p. 195