“Oh! Raoul, quella cosa! Come riuscire a dimenticare quella cosa! Se le mie orecchie sono piene per sempre delle sue grida, i miei occhi sono per sempre ossessionati dal suo viso. Che immagine! Com'è possibile non vederla più e come farvela vedere? […] Ma provate a immaginare, se ci riuscite, il teschio della morte che improvvisamente si mette a vivere per esprimere con i quattro fori neri degli occhi, del naso e della bocca, la sua infinita collera, il furore sovrumano d'un demonio e nessuno sguardo nei buchi degli occhi perché, come ho saputo più tardi, i suoi occhi di brace non si vedeono che nella notte profonda… dovevo essere, attaccata al muro, l'immagine stessa dello Spavento così come lui era quella della Laidezza.”
—
Gaston Leroux
,
libro
Il fantasma dell'Opera
Christine, pp. 152-153
Il fantasma dell'Opera
Argomenti
immagine , brace , teschio , furore , collera , spavento , cosa , naso , demone , démone , demonio , muro , orecchio , viso , immaginario , bocca , quattro , sguardo , infinito , profondo , notte , vivero , morte , stesso , essere , tardi , possibileGaston Leroux 12
poeta, giornalista e scrittore francese 1868–1927Citazioni simili

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