“So che saresti più felice in questa incantevole primavera che in qualsiasi bella città, e che ti sentiresti meglio più in fretta se potessi bere la nostra rugiada mattutina – e il mondo qui è talmente bello, e le cose così dolci e serene, che il tuo cuore ne sarebbe placato e consolato. Ti racconterei della primavera se pensassi che potrebbe convincerti subito a tornare, ma ogni bocciolo e ogni uccello non farebbe altro che affliggerti e renderti triste nel posto dove stai, così non una parola sui pettirossi, e non una parola sui fiori, per paura di rendere la città più buia, e la tua vera casa più cara.”

a Emily Fowler Ford, primavera 1854, 161
Lettere
Origine: In Le lettere 151-170 http://www.emilydickinson.it/l0151-0170.html, EmilyDickinson.it, traduzione di G. Ierolli.

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 22 Maggio 2020. Storia
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Emily Dickinson 314
scrittrice e poetessa inglese 1830–1886

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“Mi piace lavorare dal mattino alla sera per questa terra, rincorrere le occasioni di affari in giro per il mondo e poi tornare qui, nel posto di sempre, su queste colline dove l'autunno è dolce come la primavera e la gente ha la mia stessa faccia.”

Pasquale Natuzzi (1940) imprenditore italiano

Origine: Dall'intervista di Salvatore Tropea, Il signor "Divani & Divani" tra i mandorli e New York, la Repubblica, 23 novembre 2000.

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“Qui sareste la creatura più felice del mondo. Tutto ciò che la natura ha fatto di più bello, di più maestoso e di più incantevole è versato qui a torrenti, su tutto ciò che si vede, si sente e si tocca.”

Klemens von Metternich (1773–1859) diplomatico e politico austriaco

Origine: Da una lettera alla madre, 21 maggio 1819; citato in Napoli nobilissima, vol. I, Arturo Berisio editore, 1970.

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“Chi reca nel cuore molta tristezza | chi ha molto da piangere, mi venga vicino | e sieda sulle foglie. || Prendo il flauto che la primavera mi diede | e suono la mestizia della gente triste | che aspetta la primavera.”

László Mécs (1895–1978) poeta ungherese

da Flauto d'autunno
Origine: In Lirica ungherese del '900, introduzione e traduzione di Paolo Santarcangeli, Guanda, Parma, 1962, p. 110.

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