“Curiosa e bizzarra concezione! Certo. E anzi, se si vuole, infelice, poiché conduce Descartes all'errore, e la fisica cartesiana a un punto morto. E tuttavia, come, anche nell'errore, la grandezza cartesiana rimane integra! Giacché la concezione cartesiana è una conseguenza logicamente inevitabile del peccato originale – ma quanto fecondo! – del cartesianesimo: della geometrizzazione ad oltranza. E solo al prezzo di una incoerenza – peccato infinitamente grave per un filosofo – Descartes avrebbe potuto evitare di cadere nell'errore.
Il movimento dei geometri – abbiamo visto – non è un movimento reale; e i «corpi» che anima non sono reali, non piú. Rigorosamente parlando, non sono piú in «quiete» di quanto non siano «in movimento». In ciò sta la ragione ultima per cui, creando il suo mondo, vale a dire dando un essere reale allo spazio euclideo, il Dio di Descartes è stato obbligato a crearvi tanta quiete quanto movimento vi creava.”

ibidem, p. 350

Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

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“I cartesiani hanno troppo urtato il sentire comune negando il sentire delle bestie.”

Gottfried Wilhelm von Leibniz (1646–1716) matematico e filosofo tedesco

Origine: Da Principes de la nature et de la grâce, in Saggi filosofici e lettere; citato in Ditadi 1994, p. 135.

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