“Mosse Byron voglioso a queste mura, | Genio privilegiato di natura; | Byron, ingegno vivido e fecondo, | Nel vol di fantasia a niun secondo, | Che d'Italia cantò glorie e sventure, | Non per giro di tempo periture. | […] Lo conobbi, e l'ascrivo a mia fortuna: | La conoscenza sua mi fu opportuna | Per udire sovente la melode, | Che fra i vati dell'Anglia il vanto gode.”
canto IV, p. 38
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“Dolci le melodie sono ad udire, | Ma queste, che non odo, son più dolci;”
1982
Origine: L'utopia nel Settecento tedesco, p. 8

Franco Montesanti
Carmen, Citazioni sul libro
Origine: Introduzione a «Carmen», p. XVI