“Bruto era in atto di far passar l'esercito da Abido alla riva opposta, e posava, secondo il suo costume, di notte, sotto al padiglione, non dormendo, ma all'avvenire pensando: perché se fu mai capitano che poco dormisse, egli fu desso, e per sua natura dimorava vigilante il più del tempo: parveli sentire grande strepito alla porta, e guardando al lume della lucerna vicina a spegnersi, vide terribile imagine d'uomo strano, grande e d'orribile aspetto. Di che spaventato in principio, come vide poi non far male, né parlare, ma tacito starsi appresso al letto, domandò chi fusse. Costui risposte: Sono, o Bruto, il tuo mal genio, e mi rivedrai appresso Filippi.”
da Vita di Giulio Cesare, IV, citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 740
Argomenti
aspetto , atto , avvenire , bruto , capitano , citata , costume , detto , domanda , esercito , genio , grande , letto , lume , male , natura , notte , opposto , principe , principio , risposta , riva , secondo , strano , strepito , tempo , uomo , vicino , vigilante , padiglione , poco , lucerna , porta , malPlutarco 144
biografo, scrittore e filosofo greco antico 46–127Citazioni simili

“Ma quelle (imagini) di Bruto e di Cassio più di tutte vi lampeggiavano col non essere.”
traduzione di Davanzati, citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 728

30 ottobre 1924
Lettere a Maurice Solovine
Origine: Archivio Einstein 21-195; pubblicato in Letters to Solovine, 1906-1955, p. 63. Citato in Pensieri di un uomo curioso, p. 127.

da Dei costumi dell'isola di Sardegna, p. 16
citato in Cesare Cantù, Sant'Atanasio, p. 511, Biografie per corredo alla storia universale, Volume I