“Cime tempestose è un libro più difficile da capire di Jane Eyre, perché Emily era più poeta di Charlotte. Scrivendo, Charlotte diceva con eloquenza e splendore e passione «io amo», «io odio», «io soffro». La sua esperienza, anche se più intensa, è allo stesso livello della nostra. Ma non c'è «io» in Cime tempestose. Non ci sono istitutrici. Non ci sono padroni. C'è l'amore, ma non è l'amore tra uomini e donne. Emily si ispirava a una concezione più generale. L'impulso che la spingeva a creare non erano le sue proprie sofferenze e offese. Rivolgeva lo sguardo a un mondo spaccato in due da un gigantesco disordine e sentiva in sé la facoltà di riunirlo in un libro. […] Il suo è il più raro dei doni. Sapeva liberare la vita dalla sua dipendenza dai fatti; con pochi tocchi indicare lo spirito di una faccia che non aveva più bisogno di un corpo; parlando della brughiera far parlare il vento e ruggire il tuono.”
Virginia Woolf
Argomenti
due-giorni , odio , vita , amore , uomini , donne , mondo , dio , bisogno , brughiera , concezione , corpo , dipendenza , disordine , eloquenza , esperienza , generale , impulso , libro , livello , offesa , padrona , padrone , passione , poeta , raro , sguardo , sofferenza , spirito , splendore , stesso , tuono , vento , proprio , facoltà , difficileEmily Brontë 36
scrittrice e poetessa inglese 1818–1848Citazioni simili

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