“Cime tempestose è un libro più difficile da capire di Jane Eyre, perché Emily era più poeta di Charlotte. Scrivendo, Charlotte diceva con eloquenza e splendore e passione «io amo», «io odio», «io soffro». La sua esperienza, anche se più intensa, è allo stesso livello della nostra. Ma non c'è «io» in Cime tempestose. Non ci sono istitutrici. Non ci sono padroni. C'è l'amore, ma non è l'amore tra uomini e donne. Emily si ispirava a una concezione più generale. L'impulso che la spingeva a creare non erano le sue proprie sofferenze e offese. Rivolgeva lo sguardo a un mondo spaccato in due da un gigantesco disordine e sentiva in sé la facoltà di riunirlo in un libro. […] Il suo è il più raro dei doni. Sapeva liberare la vita dalla sua dipendenza dai fatti; con pochi tocchi indicare lo spirito di una faccia che non aveva più bisogno di un corpo; parlando della brughiera far parlare il vento e ruggire il tuono.”

Virginia Woolf

Ultimo aggiornamento 10 Febbraio 2022. Storia

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“Cime tempestose passa a ragione per uno dei più bei romanzi d'amore; ma frusta le commozioni sollecitate in genere dalle narrazioni sentimentali, tanto ambigui appaiono i sentimenti e tormentate le relazioni: opera di passioni scomode e violente, è leggibile come romanzo d'amore ma anche, se non di più, come romanzo di odio.”

Emily Brontë (1818–1848) scrittrice e poetessa inglese

Clotilde Bertoni, Massimo Fusillo, Tematica romanzesca o topoi letterari di lunga durata?, in Aa. Vv., Il Romanzo, a cura di Franco Moretti, Einaudi, vol. IV

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“I godimenti che la passione dà, sono orribilmente tempestosi, pagati con snervanti inquietudini che spezzano le corde dell'anima.”

Honoré De Balzac (1799–1850) scrittore, drammaturgo e critico letterario francese

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