“Essere uno straniero, ma nella propria lingua… Balbettare, ma essendo balbuziente nel linguaggio stesso, e non soltanto nella parola… Bene aggiunge. parlare a se stesso, e non soltanto nella parola, ma in pieno mercato, sulla piazza pubblica… […] Balbettare, in genere, è un disturbo della parola. Ma far balbettare il linguaggio è un'altra cosa. Significa imporre alla lingua, a tutti gli elementi interni della lingua, fonologici sintattici, semantici, il lavorio della variazione continua […]… essere straniero nella propria lingua… Ciò non vuol dire parlare come un irlandese o un rumeno parlano francese. […] È imporre alla lingua, in quanto la si parla perfettamente e sobriamente, quella linea di variazione che farà di ognuno di noi uno straniero nella sua propria lingua, o della lingua straniera, la nostra, o della nostra lingua, un bilinguismo immanente per la nostra estraneità.”
Argomenti
bene , cosa , disturbo , elemento , essere , francese , genere , genero , interno , irlandese , lavorio , lavoro , linea , lingua , linguaggio , mercato , parola , piazza , pieno , pubblico , rumeno , stesso , straniero , variazione , parola-chiave , estraneità , dire , proprioGilles Deleuze 17
filosofo francese 1925–1995Citazioni simili
Lettera a Giovanni Alfredo Cesareo, p. 318
Una Sicilia senza aranci

“Non usate la parola straniera «ideali». Abbiamo nella nostra lingua l'eccellente termine «bugie.”

“Fra tante lingue straniere l'unica è far parlare i piedi.”
Origine: Citato in Marco Sappino, Dizionario biografico enciclopedico di un secolo del calcio italiano, Dalai editore, 2000, p. 2109 http://books.google.it/books?id=J5OpwwKggrsC&pg=PA2109. ISBN 8880898620