“[Gli viene sottoposta da un giornalista una sua frase in merito a Totò Riina e Poggiolini. Bene risponde con amarezza:] In questa acquiescenza, in questo nullismo, in questo bagno di omologazione di Stato – purché si accetti aldilà del bene e del male, aldilà della coscienza applicata, aldilà della demagogia democratica, aldilà della democrazia in tutti i sensi deprimente e depressa, aldilà di nostalgie imbecilli di tiranni, ecc. – io trovo davvero che Poggiolini e Riina abbiano un magnete, un carisma (o càrisma che dir si voglia) che non hanno tanti condomini della nazione italiana. L'Italia è un condominio di piattume, di piattole rompicoglioni, insensate e squallide. Insignificanti. Non mi interessa il simbolico come linguaggio artistico, non mi interessa la poesia, il poetico, non mi interessa l'anima bella, non mi interessa nemmeno il quotidiano come linguaggio; mi interessa quale linguaggio? Il secondo: mi interessa il patologico. Riina e Poggiolini sono due sommi casi patologici. E in un'epoca che non produce più niente di umano, essi sono forse i due soli uomini degni della mia attenzione. Patologica attenzione, del mio studio clinico, del mio tributo. Tutto qui.”

—  Carmelo Bene

Ultimo aggiornamento 29 Settembre 2022. Storia

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