“Torneremo ad andare per le strade, felici di abbracciare un amico, di stringere la mano a chi s'incontra, a sbandierare le nostre bandiere nelle curve degli stadi e a incitare, tutti in coro, la nostra squadra, senza avere il bavaglio in bocca, o a baciare la nostra ragazza senza guardarla come se avesse un nuovo "Aids" e torneranno i nostri figli nelle scuole senza avere tarpate le ali della loro formazione e della loro cultura? Fino a quando avremo la spada di Damocle del "Coronavirus" sulla testa? Fino a quando ci tormenterà?”

Ultimo aggiornamento 14 Febbraio 2025. Storia

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“O caro amico, ci vedremo ancora, | ché sempre nel mio cuore tu rimani. | Ormai di separarsi è giunta l'ora, | ma promette un incontro per domani. | O caro amico addio, senza parole, | senza versare lacrime o sorridere. | Morire non è nuovo sotto il sole, | ma più nuovo non è nemmeno vivere.”

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Origine: Questi versi attribuiti a Esenin possono essere considerati le sue ultime parole. Si suppone siano stati scritti dal poeta con il suo stesso sangue. Quella stessa notte il poeta si sarebbe poi impiaccato nella sua camera d'albergo a Leningrado. (cfr. Elizabeth M. Knowles, The Oxford Dictionary of Quotations, Oxford University Press, 1999, p. 456 http://books.google.it/books?id=o6rFno1ffQoC&pg=PA456. ISBN 0198601735)

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Origine: Il mio credo, il mio pensiero, p. 110

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