“Proust: il lungo poema del mana primitivo, dell'energia vitale elevata a potere magico. Poema di maree: persone, luoghi, parole, melodie, prima colmi e poi svuotati di quel potere. Sotto l'onda splendente e terribile del mana le rocce parlano, la sabbia si fa oro, tutto si muove, si risponde, tramuta, avvolge l'uomo e lo domina, con diritto di vita o di morte. In secca, tutto ritorna fossile, desertico, si immobilizza in un biancore di scheletro.
La meravigliosa cerimonia di Proust è l'evocazione e la risurrezione del mana ottenuta dallo stregone con l'aiuto di oggetti sacri: i biancospini, la bille d'agathe, la petite phrase de Vinteuil.”

Così nei rituali polinesiani il frammento d'osso, l'impronta del piede umano nell'argilla.
Gli imperdonabili
Origine: Da Fiaba e Mistero, Parco dei cervi, p. 148.

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia
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Cristina Campo 59
scrittrice, poetessa e traduttrice italiana 1923–1977

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“A poco a poco, il lettore percepirà che cosa vuole intendere Proust con vizio. Vizio è ciò che fa mancare la propria vita; è ciò che impedisce all'uomo di destarsi, direbbe Heidegger, al "suo poter-essere-se-Stesso" più proprio.”

Luciano De Maria (1928–1993) critico letterario, editore e traduttore italiano

Origine: Da Introduzione. Alla ricerca del tempo perduto, in Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto. Dalla parte di Swann, Mondadori, Milano, 2011, pp. XLII-XLIII.

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“La spiaggia d'oro non è, in ultima istanza, né il poema e il rimpianto dell' oisive jeunesse né l'apocalittica contrapposizine fra natura e cultura, fra vita ingenua e vita organizzata.”

Giuliano Gramigna (1920–2006) critico letterario, scrittore e poeta italiano

Origine: Introduzione a "La spiaggia d'oro", p. XIV

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