“Selvaggio ed Ergasto.
Selvaggio: Ergasto mio, perché solingo e tacito | pensar ti veggio? Oimè, che mal si lassano | le pecorelle andare a lor ben placito. | Vedi quelle che 'l rio varcando passano; | vedi quei duo monton che 'nsieme correno, | come in un tempo per urtar s'abassano. | […] A dire il vero oggi è tanta l'inopia | di pastor, che cantando all'ombra seggiano, | che par che stiamo in Scitia o in Etiopia. | Or, poi che o nulli o pochi ti pareggiano | a cantar versi sì leggiadri e frottole, | deh canta omai, che par che i tempi il cheggiano.
Ergasto: Selvaggio mio, per queste oscure grottole | Filomena né Progne vi si vedono; | ma meste strigi et importune nottule. | Primavera e suoi dì per me non riedono, | né truovo erbe e fioretti che mi gioveno; | ma solo pruni e stecchi che 'l cor ledono. | Nubbi mai da quest'aria non si moveno, | e veggio, quando i dì son chiari e trepidi; | ma attendo sua ruina, e già considero | che 'l cor s'adempia di pensier più lepidi.”
Prosa prima, p. 7-8, 1944
Arcadia
Citazioni simili

1988, p. 35
Dizionario del diavolo
Donne che corrono coi lupi

“È tempo di deserto selvaggio.”
Tempesta Elettrica

“Notti selvagge – Notti selvagge! | Fossi io con te | notti selvagge sarebbero | la nostra voluttà!”
J249 – F269, vv. 1-4
Lettere
Origine: In Tutte le poesie. J201 – 250 http://www.emilydickinson.it/j0201-0250.html, EmilyDickinson, traduzione di G. Ierolli.

“Ricordati che sei stata selvaggia un tempo. Non lasciarti addomesticare”