“Julie: […] Adesso mi viene in mente un sogno che mi torna spesso. Sto seduta in alto in cima a una colonna, e non vedo nessuna possibilità di scendere giù. Ho le vertigini se guardo di sotto, devo scendere giù assolutamente, ma non ho il coraggio di gettarmi. Non ho un appiglio cui sostenermi, vorrei poter cadere, ma non cado. E sento che non sarò tranquilla, non avrò pace, finché non sarò giù, in basso, ma se fossi in basso vorrei andare ancora più giù, ancora più sotto, sotto terra. Ha mai provato qualcosa di simile?
Jean: No. Io sogno che sto disteso sotto un albero alto, in una buia foresta. E vorrei salire sulla cima, per guardare il paesaggio chiaro, illuminato dal sole, e saccheggiare il nido dove sono le uova d'oro. E mi arrampico, mi arrampico, ma il tronco è così grosso e liscio, e il primo ramo è così lontano. Ma so che se solo ci arrivassi, a quel primo ramo, dopo arrivare fino alla cima sarebbe facile come salire una scala. Non l'ho ancora raggiunto ma lo raggiungerò, magari soltanto in sogno.”
1988, p. 14
La signorina Julie
Argomenti
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scrittore e drammaturgo svedese 1849–1912Citazioni simili

“Il coraggio non va mai giù di moda.”
da I quattro Giorgi
Informazioni bibliografiche? Traduttore?

da La collina dei ciliegi, lato A, n. 1
Il nostro caro angelo
Tutta quanta: e nessuno lo sa.
E salii per la strada di monte. (cap. 1, p. 7)
Casa d'altri