“La metafora, in effetti, nell'impiego che ne fecero i barocchi non sembra potersi ridurre ad un mero ed estrinseco fatto retorico, essa invece pare piuttosto rispondere alla necessità espressiva di un modo di sentire e di manifestare le cose, come elemento di un gioco complesso di allusioni e di illusioni, come ideale possibilità di traduzione di ogni termine del conoscibile, in una visione della realtà in cui le cose sembrano perdere la loro statica e ben definita natura per essere rapite in una universale traslazione che scambia profili e significati. La metafora, prima che un fatto retorico, sembra nell'età barocca una visione della vita, sicché per questa civiltà si potrebbe addirittura parlare di un «metaforismo» e di un «metamorfismo» universali come di essenziali modi di avvertire e di esprimere la realtà.”

Origine: Da La polemica sul Barocco, in AA.VV., Le correnti, Marzorati, Milano, 1956, I, pp. 467-471; citato in Mario Pazzaglia, Letteratura italiana, [Testi e critica con lineamenti di storia letteraria], Zanichelli, Bologna, 1986<sup>2</sup>, pp. 602-603. ISBN 88-08-00734-0

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

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