“É autunno. Il parco tanto verde un dì, | splendido tanto, | intirizzisce nella nebbia; il canto | cessò nei rami; ogni allegria finì: | È il triste ottobre. I fracidi sentier | son seminati | di foglie gialle e piene d'acqua; i prati | fumano, come un immenso incensier; | sullo stagno, che attonito squallor, | che strana calma! | Forse lenta nel fondo erra la salma | di qualche ondina dai capelli d'or; | le bacian l'alghe flessuose il piè | fatto di neve; | non è una morta, è un'ombra bianca e lieve, | una ideale trasparenza ell'è; | nel buio specchio rigato qua e là | di un tenue filo | bianco, immerge la selva il suo profilo, | la sacra selva per antica età; | è autunno, è il pianto, il respir | dell'agonia; | gravi echi d'arpa e strofe d'elegia | paion dal lago e dalla selva uscir…”

Corot, p. 776
In Poesia italiana, a cura di Maurizio Cucchi

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia
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Giovanni Camerana 12
poeta, critico d'arte e magistrato italiano 1845–1905

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