“Tu vedi i combattimenti delle fiere fra di loro e con gli uomini, come sieno senz'inganno e senz'arte, e come si difendano e facciano vendetta con palese e nudo ardire e con verace forza, e come non per comandamento di legge, né per temenza di pena da darsi a chi abbandona il campo, ma per natura fuggano l'esser vinti, e soffriscano gli ultimi mali per mantenersi invitti. […] E quant'a quelle fiere che con lacci ed inganni furon prese dagli uomini, allorché sono in matura età e perfetta, tutte sdegnano il cibo e soffrono la sete, conducendosi a tale stremità, che ben mostrano d'amar meglio la morte che la servitù. […] Onde è manifesto che gli animali sono ben disposti per natura all'ardire e al valore […].”
cap. 4; 1829
Bruta animalia ratione uti
Argomenti
natura , uomini , combattimento , comandamento , nudo , vendetta , sete , cibo , abbandono , disposta , inganno , manifesto , pena , perfetto , valor , legge , campo , valore , animale , tale , età , cap. , forza , meglio , ultimo , morte , essere , servitùPlutarco 144
biografo, scrittore e filosofo greco antico 46–127Citazioni simili

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Origine: Citato nell'introduzione di Alessandra Borgia a Plutarco, I dispiaceri della carne. Perì sarcophagìas, Stampa alternativa, Roma, 1995, p. 6. ISBN 88-7226-269-0

1988, p. 133
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Origine: Quod animalia bruta ratione utantur melius Homine, p. 463

da Il Conciliatore, Tipografia di Vincenzo Ferrario, Milano, N.32, 20 dicembre 1818