“Dal Ṛgveda alla Bhagavad Gītā si elabora un pensiero che non riconosce mai un soggetto singolo, ma presuppone al contrario un soggetto duale. Così è perché duale è la costituzione della mente: fatta di uno sguardo che percepisce (mangia) il mondo e di uno sguardo che contempla lo sguardo rivolto al mondo. La prima enunciazione di questo pensiero si ha con i due uccelli dell'inno 1, 164 del Ṛgveda: «Due uccelli, una coppia di amici, sono aggrappati allo stesso albero. Uno di loro mangia la dolce bacca del pippala; l'altro, senza mangiare, guarda». Non c'è rivelazione che vada oltre questa, nella sua elementarità. E il Ṛgveda la presenta con la limpidezza del suo linguaggio enigmatico. La costituzione duale della mente implica che in ciascuno di noi abitino e vivano perennemente i due uccelli: il Sé, ātman, e l'Io, aham.”

Origine: L'ardore, p. 157

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 04 Giugno 2020. Storia

Citazioni simili

Silvia Montefoschi photo
Dionigi l'Areopagita photo

“Nell'ultimo stadio, la stessa distinzione fra soggetto e oggetto scompare ed è proprio la Mente Quello che essa contempla. Viene trasceso anche il pensiero, e svanisce l'intero regno degli oggetti. A questo punto, in quanto soggetti, ci si conosce come parte, e ci si conosce come tutto.”

Dionigi l'Areopagita giudice dell'Areopago, convertito alla cristianità dall'apostolo Paolo

La gerarchia celeste
Origine: Citato in Jean Campbell Cooper, Yin e Yang. L'armonia taoista degli opposti, Roma, 1982.

Aristotele photo
Prevale photo
Maurizio Costanzo photo

“Sono dell'idea che gli uccelli siano matti e lo desumo dallo sguardo. Hitchcock, nel portare sugli schermi il film Gli uccelli, aveva assolutamente ragione nel ritrarli come simbolo di paura folle.”

Maurizio Costanzo (1938) giornalista, conduttore televisivo e autore televisivo italiano

Origine: Preferisco i cani (e un gatto), p. 84

Nikolaj Vasiljevič Gogol photo
John Henry Newman photo

“La mente poetica è una mente piena delle forme eterne della bellezza e della perfezione; queste sono il suo materiale di pensiero, il suo strumento e il suo mezzo di osservazione: queste colorano ogni oggetto al quale dirige il suo sguardo.”

John Henry Newman (1801–1890) teologo e filosofo inglese

Origine: La freccia scintillante che colpì Chesterton di Enrico Reggiani, L'osservatore Romano del 20-21 settembre 2012 http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/cultura/2010/217q04a1.html

Milan Kundera photo

“Solitudine: dolce assenza di sguardi.”

L'immortalità

Argomenti correlati