“Dediti alla giustizia ci mostreremo di nuovo in futuro;
intanto, per un attimo breve di tempo senza pudore, affidati a me, e dopo, per il resto della tua vita,
fatti di nuovo chiamare il più intemerato degli uomini.”

—  Sofocle , Filottete

vv. 82-84; traduzione di Giovanni Cerri
Filottete

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia
Sofocle photo
Sofocle 29
tragediografo ateniese -496–-406 a.C.

Citazioni simili

“Malgrado ci sia tutto di nuovo da fare davanti alla tua assenza che è senza pudore.”

Niccolò Agliardi (1974) cantautore italiano

da "Fuori" n. 6
1009 giorni

Luigi Pirandello photo
Guido Piovene photo

“Ogni attimo nuovo di vita è un diritto di più di rifiuto alla morte.”

Guido Piovene (1907–1974) scrittore e giornalista italiano

La gazzetta nera

Mahátma Gándhí photo

“Per me, la giustizia nei confronti dell'individuo, fosse anche il più umile, è tutto. Il resto viene dopo.”

Mahátma Gándhí (1869–1948) politico e filosofo indiano

Origine: Il mio credo, il mio pensiero, p. 470

Marco Aurelio photo

“La vita è breve. Lucrisi il tempo con lode, con giustizia. Sia sobrio il sollievo.”

Marco Aurelio (121–180) imperatore romano

vol. II, p. 290
A sé stesso

William Shakespeare photo

“Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita.”

William Shakespeare (1564–1616) poeta inglese del XVI secolo

Prospero: atto IV, scena I
La Tempesta

Walt Whitman photo

“Attraversai una volta una città popolosa, imprimendomi nel cervello, per più tardi servirmene, gli aspetti, le architetture, gli usi, le tradizioni, | ebbene adesso di tutta quella città ricordo appena una donna, che per caso incontrai e che mi trattenne per amore sincero, | un giorno dopo l'altro, una notte dopo l'altra si stava insieme – tutto il resto da tempo l'ho scordato, | ricordo, ripeto, soltanto quella donna che appassionata a me si stringeva, | di nuovo andiamo in giro, amiamo, di nuovo ci separiamo, | di nuovo mi afferra per mano, e non mi lascia partire, | me la vedo accosto, con quelle labbra tristi, che tremano in silenzio.”

Attraversai una volta una città popolosa, p. 136
Foglie d'erba, Figli d'Adamo
Origine: Questa è probabilmente l'unica poesia amorosa di Whitman che sembra rivelare un'emozione sincera per una donna. Molti biografi infatti si avvalsero di questa poesia e della presunta passione per una donna conosciuta a New Orleans per respingere le accuse di omosessualità, spesso indirizzate nel corso degli anni al poeta. Nel manoscritto originale tuttavia la poesia era rivolta ad un uomo: «Attraversai una volta una città popolosa, imprimendomi nel cervello, per più tardi servirmene, gli aspetti, le architetture, gli usi, le tradizioni, | ebbene adesso di tutta quella città ricordo appena un uomo che, per amore mio, vagabondò con me, | un giorno dopo l'altro, una notte dopo l'altra stavamo insieme tutto il resto da tempo l'ho dimenticato, | ricordo, ripeto, soltanto un uomo rude e semplice, che quando partii mi tenne per mano tanto a lungo, con labbra tremanti tristi, silenziose.» Secondo molti questo è un esempio lampante dell'autocensura di Whitman: il poeta modificò composizioni ispirate dalla passione omoerotica per esaltare sensazioni e passioni a lui estranee nell'ambito dell'amore eterosessuale. Franco Buffoni, Prefazione, p. XII e Note, p. 726.

Alessandro Esseno photo

Argomenti correlati