“In Italia la cultura cattolica, pur se ci diciamo atei cresciuti al di fuori della comunità religiosa, è architrave del nostro quotidiano, soprattutto nel senso di colpa, atavico e inestinguibile. Qualsiasi sacrificio non servirà a lavarlo, lo porteremo con noi in ogni momento della nostra vita, qualunque sia la nostra professione. E poi la consapevolezza che in terra non ci potrà mai essere beatitudine, felicità, salvezza. La felicità in terra è vista con sospetto anche da chi la prova. La ricchezza in terra è vissuta con senso di colpa anche da chi guadagna lavorando sodo, sacrificando molto, sacrificando tutto. Che paradosso: si sacrifica tutto per ottenere qualcosa che ci fa sentire in colpa come se avessimo commesso il peggiore dei torti. Non lontano da noi, nel mondo della riforma protestante, c'è un altro modo di concepire il lavoro, il guadagno e la vita, non migliore ma diverso. Il lavoro non è un castigo di Dio inflitto all'uomo, ma l'unico modo attraverso cui trovare salvezza. Non c'è nulla di sconveniente nel guadagnare, è la mancanza di guadagno, anzi, a essere stigmatizzata.Citato in [http://espresso.repubblica.it/opinioni/l-antitaliano/2015/03/11/news/la-parola-nomade-sulla-carta-d-identita-1.203276 La parola "nomade"”

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 03 Dicembre 2019. Storia

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