“Non scorgo la tenebra del mio cammino, | colui non vedo che veglia la mortale sponda, | e che stava a chiamarmi sommesso: | tu verrai! || La felicità e il sole ridendo | si rincorron per il bianco monte. | Nel dolce tuo sguardo | tuffo i miei occhi, | due gai uccelli che si tuffan nel mare. || La mia mano assetata | colse un fiore strano, | gettato forse da Caronte | sul fiume mortale. | È fiore grigio, inodoro | e non ne so il nome. | Fu esso, o mio amore, | a dare ebbrezza amara | a questa nostra festa | sotto l'albero della vita?”

—  Katri Vala

Canzone per l'amato
Origine: Citato in Edoardo Roberto Gummerus, Storia delle letterature della Finlandia, Nuova Accademia Editrice, Milano, 1962<sup>2</sup>, p. 229.

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

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“Io vedo il suo sangue sulla rosa | e tra le stelle la gloria dei suoi occhi, | il suo corpo brilla tra le nevi eterne, | e le sue lacrime cadono dai cieli. || Vedo il suo viso in ogni fiore; | ma il tuono e il canto degli uccelli | sono la voce Sua | – e scolpite dal suo potere | le rocce sono le Sue parole scritte.”

Joseph Plunkett (1887–1916) poeta irlandese

Origine: Da Io vedo il Suo sangue sulla rosa (I See His Blood upon the Rose); citato in Andrew Linzey, Teologia animale, traduzione di Alessandro Arrigoni, Cosmopolis, Torino, 1998, p. 54. ISBN 978-88-87947-01-4

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