“[…] se si conducesse il più ostinato ottimista attraverso gli ospedali, i lazzaretti, le camere di martirio chirurgiche, attraverso le prigioni, le stanze di tortura, i recinti degli schiavi, pei campi di battaglia e i tribunali, aprendogli poi tutti i sinistri covi della miseria, ove ci si appiatta per nascondersi agli sguardi della fredda curiosità, e da ultimo facendogli ficcar l'occhio nella torre della fame di Ugolino, certamente finirebbe anch'egli con l'intendere di qual sorte sia questo meilleur des mondes possibles. Donde ha preso Dante la materia del suo Inferno, se non da questo mondo reale? E nondimeno n'è venuto un inferno bell'e buono. Quando invece gli toccò di descrivere il cielo e le sue gioie, si trovò davanti ad una difficoltà insuperabile: appunto perché il nostro mondo non offre materiale per un'impresa siffatta.”

§ 59; tomo II, p. 266
Il mondo come volontà e rappresentazione

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

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Origine: Da Animals are Sentient Beings: Konrad Lorenz on Instinct and Modern Factory Farming, Der Spiegel, 17 novembre 1980; citato in Jeffrey Moussaieff Masson, Chi c'è nel tuo piatto?, traduzione di Nello Giugliano, Cairo editore, Milano, 2009, p. 68. ISBN 978-88-6052-218-4

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