“[riferito alla città di Siracusa] Sulla terrazza di Aldo Palazzo - artista-fotografo dalla ruvida chioma moschettiera - aspetto il tramonto con due olive, un pomodoro e una coppa di bianco fresco. Il sole indora architetture arabo-normanne, sveve e ispaniche. Mi sento a Cartagena; col viaggio che torna al suo punto di partenza. Non c'è più niente di greco qui, se si esclude il fantastico duomo, cresciuto dentro le colonne doriche di un tempio a Minerva. Incontro stranieri drogati di sublime lentezza. Come Kali Jones, che viene a tuffarsi con me dagli scogli. Kali non chiede altro dalla vita. I tetti, le rondini, il mare; e il rumore di stoviglie nella sera.”

—  Paolo Rumiz

Origine: La svolta di Siracusa e il genio dei teoremi http://www.repubblica.it/2007/08/speciale/altri/2007annibale/annibale-17/annibale-17.html?refresh_ce, Repubblica.it, 15 agosto 2007.

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

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“Io sono un architetto, fotografo quindi quasi sempre qualcosa che ha a che fare con l'architettura o la città.”

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“Debbo a Vitaliano Brancati, scrittore da me stimato, la visione d'un tramonto unico: non alla Plaja ma al teatro greco di Siracusa, là dove il mare dei greci è il giusto fondale.”

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Origine: Citato in Igor Man, Igor d'Arabia, a cura di Marcello Sorgi, Aragno, Torino, 2012.

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“Io poi a Napoli vorrei starci sempre il meno possibile. Mai combinato niente e sempre litigato con tutti. Una depressione, sempre. Veramente è una città che non mi dice niente, perciò trovo inutile venirci. Non so cosa farmene del sole mediterraneo e dell'eredità classica e dell'architettura normanna e delle semplici gioie della vita contadina e della pizza alla pescatora. Commedia dell'arte, per me no, grazie.”

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Origine: In Einaudi, 1976<sup>3</sup>, p. 17: "Io poi a Napoli vorrei starci sempre il meno possibile. Mai combinato niente e sempre litigato con tutti. Una depressione, sempre. L'orrore delle strade, l'orrore della gente, la compassione o l'indignazione ogni volta, ma come si fa. Davvero è un posto che non mi dice niente, non ha niente da darmi, non mi importa niente, perciò trovo inutile venirci. Quindi gran stoltezza e only myself to blame se mi lascio trascinare anche stavolta, giacché non m'interessano il sole pittoresco e i golfi folklorici, e non so cosa farmene delle furberie stradali e della pizza alla marinara. Commedia dell'arte, per me no, grazie, mi fa vomitare."

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da "The Needle and the Damage Done" Harvest 1972)

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