Opera di Wagner
Ottocento come noi. Saggi e pretesti italiani
“«Nemmeno Wagner – prosegue la professoressa – voleva formare degli eclettici, ma in realtà degli epigoni di lui stesso.» Invero, l'orgoglio di Wagner era ben più luciferino di questo: egli si valutava il culmine e la fine della parabola, pertanto non desiderava affatto essere imitato e quasi considerava un arbitrio che altri adottassero i suoi procedimenti linguistici; fors'anche che dopo di lui si componesse ancora. I quali procedimenti linguistici, peraltro, specie in relazione all'armonia, erano per lui qualcosa di eccezionale, giustificabile solo per necessità espressive altrettanto eccezionali: le sue. Tanto classicista rimase la sua concezione estetica. Che cosa avrebbe detto vedendo nell'autopresentazione d'una piccola operaia parigina – Mi chiamano Mimì”
una sorta di eco semplificata dell'accordo del Tristano? (da Le ali di Wieland, pp. 154-155)
Origine: Anne Marie Abert, figlia del musicologo Hermann Abert; la citazione è tratta dal saggio Verdi e Wagner. Le ali di Wieland, p. 151.
Argomenti
procedimento , linguistica , professoressa , parigino , culmine , parabola , eco , estetica , armonia , arbitro , concezione , arbitrio , orgoglio , sorta , relazione , accordo , specie , operaio , opera , piccolo , detto , fine , ancora , stesso , cosa , essere , dopo , necessità , tanto , realtàPaolo Isotta 22
critico musicale e scrittore italiano 1950–2021Citazioni simili

da Le strategie fatali, Feltrinelli, Milano 1984

Origine: Da Aspects of the Theory of Syntax, Cambridge, 1965, pp. 27-28.

Origine: Da Poeta delle ceneri.
Origine: Da Fuga dall'Etna. La Sicilia e Milano, la memoria e la storia, Donzelli, 1993, p. 54.
Origine: Viaggio al termine degli Stati Uniti, p. 95