“Bene. Devo sostenerla. Fuggite, o sensi miei, e subentri in me lo spirito di qualche prostituta! Voltarsi la mia voce guerriera che teneva coro ai tamburi, in un falsetto simile a un eunuco o a quelle vergini voci che fanno addormentare i bimbi! Sorrisi da ipocrita accamparsi sulle mie guance, e lacrime da scolaretti invadere le pupille dei miei occhi! Una lingua da pezzente muoversi in mezzo alle mie labbra, e le ginocchia mie ferrate, le quali solo s’inchinavano sulla mia staffa, piegarsi come chi abbia ricevuto un’elemosina! Non lo farò, per non scordarmi di onorare la mia stessa verità e per non insegnare con l’azione del mio corpo alla mia mente una viltà quanto mai inestricabile. (Atto III, scena II)”

Coriolanus

Ultimo aggiornamento 22 Maggio 2020. Storia

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Variante: I desideri mitici di prostitute libiche, | il senso del possesso che fu pre-alessandrino, | la tua voce come il coro delle sirene d'Ulisse m'incatena, | ed è bellissimo perdersi in questo incantesimo. (da Sentimiento Nuevo, n.7)

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